“Da parte di Giorgia Meloni c’è un’allergia nei confronti dei poteri di controllo solo quando le danno torto“. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che mette in fila gli episodi che mostrano un filo rosso: l’irritazione del governo verso chi esercita una funzione di vigilanza.Travaglio osserva che la Corte dei Conti, un tempo invocata dal centrodestra “addirittura con delle denunce” contro gli avversari politici, diventa improvvisamente un nemico quando solleva rilievi su “contratti strani, affari strani sul Ponte sullo Stretto o sprechi strani“.Al centro dell’intervento c’è poi il caso Gratteri. Travaglio respinge l’idea che gli attacchi del centrodestra al procuratore capo di Napoli nascano da una citazione di Giovanni Falcone utilizzata in modo impreciso: “È una citazione che avevamo sbagliato anche noi, fidandoci di alcune pubblicazioni che la davano per vera. In ogni caso, quello che pensava Falcone della separazione delle carriere e delle funzioni è stranoto, perché l’ha ripetuto 800 mila volte prima che arrivasse Berlusconi e quindi prima che la separazione delle carriere venisse associata alla sottoposizione del pm all’esecutivo”.Il punto, afferma il direttore del Fatto, è un altro: “Quelli del centrodestra sanno che quando Gratteri parla di giustizia e di mafia, la gente lo sta a ascoltare perché è un magistrato autentico, non è un personaggio costruito, è uno che si è fatto da solo è uno che non ha mai fatto parte di correnti. Ha visitato la sede dell’Anm l’altro giorno, giusto per fare la battaglia insieme sul referendum ma non ne ha condiviso tante posizioni corporative”.E ribadisce: “Il centrodestra sa che di Gratteri la gente si fida, mentre il centrodestra fatica a trovare una figura altrettanto popolare e credibile davanti all’opinione pubblica per sostenere una tesi che i due terzi del centrodestra hanno sempre combattuto”.Poi rifila una frecciata a Italo Bocchino, ospite in studio: “Bocchino ne è testimone perché viene dalla storia del Msi, di Alleanza Nazionale e di Fratelli d’Italia che hanno sempre contrastato già in Bicamerale con D’Alema la separazione delle carriere: furono Gianfranco Fini e Oscar Luigi Scalfaro a bloccarla. Dobbiamo a loro il fatto che la Bicamerale non produsse la separazione delle carriere. Quindi, non solo hanno la coda di paglia, tranne i forzisti che hanno sempre chiesto la separazione delle carriere, ma in più faticano a trovare qualcuno che abbia la stessa credibilità e lo stesso standing che ha Gratteri. E quindi gli stanno dando addosso“.Travaglio conclude: “Io non credo che questa strategia del centrodestra funzionerà perché Gratteri ha dalla sua una carriera talmente specchiata che di questi attacchi se ne fa un baffo. Insomma, continuerà a parlare, lo conosciamo: è un caterpillar e non si fermerà”.L'articolo Referendum giustizia, Travaglio a La7: “Il centrodestra attacca Gratteri perché la gente si fida di lui e teme la sua forza” proviene da Il Fatto Quotidiano.