Bimbi nel bosco “allontanati dopo un anno di osservazione, i genitori non hanno rispettato le prescrizioni”

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Per oltre dodici mesi, la famiglia anglo-australiana che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, è stata attentamente osservata e accompagnata dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Ogni tentativo di sostegno e ogni prescrizione rivolta ai genitori sono stati registrati e verificati, in un percorso finalizzato a proteggere i minori senza ricorrere subito a misure drastiche. È in sintesi quello che in una lunga nota spiega l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, che dopo l’Anm interviene sul caso dell’allontanamento dei tre fratellini dalla capanna – senza luce e senza acqua – per essere collocati in una struttura. La decisione del 20 novembre è stata adottata come misura estrema ma ritenuta necessaria dagli stessi giudici per salvaguardare la salute e non solo dei bambina di 8 e 6 anni.La responsabilità dei giudici e la tutela dei diritti dei minori“Con riferimento alle notizie di stampa diffuse in questi ultimi giorni sulla vicenda riguardante il provvedimento emesso il 20 novembre dal Tribunale per i minorenni de L’Aquila: ricordiamo che i giudici presso il Tribunale per i minorenni hanno il dovere di intervenire tutte le volte in cui esistono concreti e attuali motivi per ritenere compromessi, o anche solo messi a rischio, i diritti fondamentali dei minori, in conseguenza di condotte dei genitori che si dimostrino obiettivamente in contrasto con la tutela di questi diritti”, spiega l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia. La nota mette in evidenza che il maltrattamento dell’infanzia non si manifesta solo attraverso episodi di violenza fisica o verbale. “Rammentiamo che il maltrattamento dell’infanzia spesso si esprime non solo attraverso condotte violente ma anche in forme di trascuratezza gravi e protratte nel tempo che, secondo quanto gli specialisti della tutela dell’infanzia hanno ampiamente provato, costituiscono causa di danni gravi e irreversibili allo sviluppo psicofisico di un bambino, meno espliciti ma spesso anche più pervasivi”.L’allontanamento come extrema ratioNel caso specifico, i giudici hanno ritenuto a rischio “diritti fondamentali dell’infanzia come quello alla salute e alla stessa integrità psicofisica, all’educazione e alla vita di relazione coi i coetanei”. La protezione di questi diritti ha guidato ogni decisione, anche quando questa ha comportato l’adozione di misure straordinarie. Che vengono contestate dal vicepremier Matteo Salvini che ha definito il provvedimento “vergognoso”, mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sta valutando l’invio di ispettori. Riguardo alla misura dell’allontanamento, l’Associazione sottolinea: “Osserviamo che l’allontanamento è stato disposto secondo criteri di gradualità ed ha costituito extrema ratio dovuta all’inefficacia dei rimedi precedenti, dal momento che la decisione del 20 novembre scorso è stata adottata dopo un periodo di osservazione e sostegno, protrattosi oltre un anno, durante il quale le prescrizioni del Tribunale sono state sistematicamente disattese dai genitori“. Il Tribunale, spiegano i magistrati, ha dunque agito solo dopo aver tentato tutte le misure possibili per correggere le condotte a rischio dei genitori, senza risultati concreti. L’allontanamento rappresenta quindi la misura finale, adottata nell’interesse superiore dei minori.Respingere le strumentalizzazioniLa vicenda ha suscitato dibattiti politici e mediatici. “Respingiamo ogni forma di strumentalizzazione espressa in questi giorni da una parte della politica e dei media, che non tiene in alcun conto la complessità e la delicatezza dei diritti in questione; ribadiamo che tutte le decisioni giudiziali sono assunte dalla magistratura nell’esercizio autonomo delle proprie funzioni e trovano nel processo i necessari mezzi di impugnazione”, conclude la nota. Il legale della famiglia ha infatti annunciato ricorso e si vedrà cosa valuteranno e decideranno altri giudici.L'articolo Bimbi nel bosco “allontanati dopo un anno di osservazione, i genitori non hanno rispettato le prescrizioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.