Una cena tra romanisti dietro il presunto «piano del Quirinale» per fermare Giorgia Meloni

Wait 5 sec.

Le parole di Francesco Saverio Garofani sul presunto piano del Quirinale per fermare Giorgia Meloni sono state pronunciate giovedì 13 novembre alla Terrazza Borromini. Nel ristorante con vista su Piazza Navona erano presenti una ventina di ospiti. Mentre la mail di “Mario Rossi” è stata spedita la domenica a pranzo a diversi giornali di destra. Il presunto complotto contro la premier sarebbe stato ordito dopo la presentazione al Tempio di Adriano delle attività dell’associazione nata per ricordare il calciatore Agostino Di Bartolomei. Al “cocktail” era presente il figlio Luca.Cocktail e complottiIl figlio del capitano della Roma dello scudetto 1982-83 si definisce oggi «un amico di lunga data di garofani». È stato iscritto al Partito Democratico. E a Repubblica dice che stiamo parlando «del nulla. Ma quale complottone contro il governo… Io sono anni che lavoro in contesti prossimi alla politica, e so riconoscere quando una discussione fa un salto di scala, diventa sensibile. Invece ho letto delle cose campate in aria, costruite in maniera totalmente artificiosa. Sono stati estrapolati pezzi di conversazione, anche di soggetti diversi». Secondo Luca Di Bartolomei Francesco Garofani «è la persona più moderata e più istituzionale che abbia mai conosciuto. Uno cui non ho mai sentito dire una parolaccia in vita, per dare un’idea del tipo. Figuriamoci i complotti».La Terrazza BorrominiSono andati alla Terrazza Borromini – tavolo prenotato per 18 persone, occupato da 16 – «perché il gestore è un caro amico, e anche molto romanista, il che non guasta. È un luogo dove ci sentiamo a nostro agio. È il secondo anno che la organizziamo lì. Mi sono occupato personalmente degli inviti». Ma i nomi «non li dirò neanche sotto tortura, per rispetto della privacy». Non ha nemmeno sospetti su chi abbia ascoltato (e forse registrato) la chiacchierata. «Non so se qualcuno ha tradito un patto. Sicuramente sono state tirare fuori frasi estemporanee». E Di Bartoomei non ricorda nemmeno in che contesto sono state pronunciate: «Faccio fatica a ricostruire una riflessione compiuta e approfondita sui massimi sistemi o un’analisi degli scenari futuri del Paese. Piuttosto, da quello che ho letto in questi due giorni, posso dire che si tratta di frasi estrapolate in maniera proditoria».Il piano del Quirinale contro Meloni?Dopo la cena è arrivata la mail. E ieri Il Giornale di Alessandro Sallusti ha fatto sapere che la missiva è datata domenica, alle ore 13.24. La firma è di tale Mario Rossi, nome presumibilmente di fantasia. L’indirizzo è stefanomarini@usa.com. La Verità avrebbe cambiato solo la firma rispetto al testo, pubblicato integralmente. Stesso attacco: «C’è una conversazione, avvenuta lontano dai riflettori…». Stessa chiusa: il Colle «sta osservando, valutando, probabilmente orientando». Maurizio Belpietro ha scritto di avere ricevuto la notizia «da una fonte più che autorevole».La smentita de La VeritàIl condirettore de La Verità Massimo De Manzoni ha smentito la ricostruzione suggerita dal Giornale, parlando di «invidia» dei colleghi: «Si assumono la responsabilità di quello che dicono, avremmo fatto tutto questo sulla base di una lettera anonima? E se fosse vero, come mai il Giornale non ci è andato dietro?». La fonte «non è un Mario Rossi». Anche se l’articolo pubblicato è identico a quello della mail. Tra i presenti al convegno (precedente rispetto alla cena) c’erano il conduttore di Di Martedì Giovanni Floris, il prefetto di Roma Lamberto Giannini, manager come Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, diversi giornalisti (o ex) della tv di Stato come Carlo Paris e Fabrizio Failla. E Lando Maria Sileoni, leader della Fabi (un sindacato dei bancari).L’audio presunto di Francesco GarofaniIl quotidiano non ha chiarito l’esistenza dell’audio che sarebbe stato registrato di straforo durante la cena. Qualcuno dei commensali ha annotato mentalmente le uscite informali del consigliere di Mattarella? O è qualcun altro a registrare? «Esiste un audio? Possibile», ha detto De Manzoni.L’ultima domandaE quindi l’ultima domanda rimane: chi è stato tra gli altri 15 ad accendere il cellulare e registrare la conversazione? Chi ha tradito Garofani, che pensava che le sue elucubrazioni su «una grande lista civica nazionale» e su una provvidenziale «crisi dello spread» che avrebbe messo in difficoltà Meloni?L'articolo Una cena tra romanisti dietro il presunto «piano del Quirinale» per fermare Giorgia Meloni proviene da Open.