Dire * –Trump ha accolto alla Casa Bianca il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Una visita che, pur non essendo formalmente di Stato, cioè la qualifica spetta al re Salman, ha avuto tutti i crismi del grande cerimoniale: il rituale di benvenuto, una cena di gala con politici e leader del mondo economico, e una giornata successiva dedicata a una conferenza sugli investimenti a Washington. Con un’ombra enorme che nessuno ha parso più notare.La sua ultima visita è risalita al 2018, l’anno dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi a Istanbul, attribuito da un rapporto dell’intelligence americana a un suo ordine diretto. L’amministrazione Biden aveva reso pubblico quel documento, ma senza adottare misure dirette contro di lui. Mohammed bin Salman ha sempre negato ogni legame con l’omicidio e oggi ha trovato in Trump un partner commerciale disposto a rimuovere dal tavolo la questione.Già prima della visita il principe ha potuto rivendicare un risultato concreto: Trump ha confermato l’intenzione di vendere al Regno i jet F-35, nonostante le preoccupazioni del Pentagono su una possibile fuga di tecnologie sensibili verso la Cina, partner di sicurezza di Riyadh.L’agenda dei colloqui è stata fitta di dossier strategici. I due leader hanno firmato accordi per sviluppare il settore saudita dell’intelligenza artificiale investendo in tecnologia statunitense. In parallelo è proseguito il lavoro su un’intesa per un programma nucleare civile che potrebbe, in prospettiva, consentire al Regno di arricchire uranio: un tema destinato a provocare reazioni internazionali, in primis da parte di Israele.Sul fronte militare la Casa Bianca ha puntato ad ampliare le forniture di tecnologia d’arma avanzata all’Arabia Saudita. Il percorso non sarà privo di ostacoli: servirà l’approvazione del Congresso e non mancheranno critiche da parte degli alleati più sensibili al tema della sicurezza regionale, oltre ai timori di un accesso cinese a sistemi statunitensi.La dimensione economica ha completato il quadro. Trump si è detto pronto a rilanciare la promessa saudita di circa 600 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti, annunciata durante la visita del presidente a Riyadh lo scorso maggio. Nel frattempo la Trump Organization ha avviato con un gruppo immobiliare saudita un progetto che consente di investire tramite criptovalute. E Jared Kushner, genero del presidente, gestisce un fondo sostenuto con 2 miliardi di dollari guidato proprio dal principe ereditario.* Fonte: agenzia Dire.