La debacle azzurra in Italia-Norvegia, con la sconfitta casalinga per 4-1, apre il processo al pallone di casa nostra. Che fosse difficile (se non impossibile) lo si sapeva, ma la pesante sconfitta a a San Siro restituisce ai tifosi italiani una Nazionale fortemente ridimensionata sotto il profilo tecnico e delle ambizioni. Al punto che il ct Rino Gattuso dopo il 4-1 rimediato con gli scandinavi ha cambiato tono con il pubblico rispetto a quanto avvenuto nella vittoria esterna con la Moldova, chiedendo scusa per l’umiliazione. Torna l’incubo dei playoffPer gli azzurri – quattro volte campioni del Mondo ma che da una competizione iridata mancano da Brasile 2014 – torna quindi l’incubo dei playoff. Che rischia di essere il primo spartiacque della gestione Gattuso, che se da una parte ha riportato orgoglio e un filotto di vittorie prima della collisione con Haaland e compagni, dall’altra continua a mostrare fragilità e lacune tecniche quando il gioco si fa duro e il livello degli avversari si alza. Con i norvegesi è la seconda partita con uno scarto di tre reti subite in altrettante gare di qualificazioni: se l’andata (finita 3-0) aveva compromesso il cammino verso la qualificazione diretta, il ritorno ha ufficializzato l’accesso agli spareggi. Un incubo che si ripete per i ragazzi di Gattuso, già eliminati dalle edizioni di Russia e Qatar da Svezia (nel 2017) e Macedonia del Nord (nel 2022). Avversari che ora gli azzurri potrebbero ritrovare ai playoff. L’Italia verso gli spareggiEssendo in prima fascia l’Italia eviterà mine vaganti come Ucraina, Turchia e Polonia, ma vedrà emergere la sua avversaria da una rosa che comprende una tra Macedonia del Nord e Galles (l’ultimo atto del relativo girone si gioca il 18 novembre), oltre a Irlanda del Nord, Romania e Svezia. Gli scandinavi, oltre a far riemergere vecchi spettri, non hanno più Zlatan Ibrahimovic, ma potranno comunque schierare Viktorá Gyökeres, un piccolo Haaland con quattro reti all’attivo nell’Arsenal capolista in Premier. Se la semifinale (con l’andata sul terreno amico di Bergamo) dovesse concludersi con un successo, l’Italia se la vedrà con una tra Kosovo, Albania, Repubblica Ceca, Irlanda, Slovacchia, Bosnia e Scozia. Nomi meno altisonanti ma la pressione dell’ultima chance ha già giocato brutti scherzi agli azzurri con la Macedonia del Nord, il cui palmares non era certo di primo livello. I problemi dell’ItaliaMa dov’è il problema dell’Italia? Certo, non è più quella di Totti, Del Piero e Pirlo ma in rosa non mancano giocatori di esperienza internazionale, da Tonali a Donnarumma (entrambi in Premier) sino a Barella e Dimarco, che pochi mesi fa hanno giocato una finale di Champions. Resta l’impossibilità di esprimere grandi profili tecnici, a differenza del passato, anche se i buoni giovani non mancano. Per Fabio Grosso – l’uomo che ci fece urlare nella finale di Berlino del 2006, oggi tecnico del Sassuolo – le buone prestazioni di Pio Esposito dimostrano che “i ragazzi ci sono e anche bravi”. Per Grosso “dobbiamo alzare il nostro livello e possiamo farlo mettendo dentro energia fresca, con ragazzi che vogliono ambire a palcoscenici importanti. Continuare i paragoni col passato e con la Nazionale del 2006 non aiuta i giovani”. Abodi: “Nel calcio il talento fatica a emergere”Ragionando sul confronti con altri sport (dall’Italvolley maschile e femminile al tennis del riconfermato ‘Maestro’ Jannik Sinner), il ministro Andrea Abodi ha notato: “Tutte le altre discipline dimostrano che ancora abbiamo talento ed è strano che nel calcio fatichi a emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani. Evidentemente dobbiamo fare un esame di coscienza. Non è che da qui a marzo possiamo cambiare le cose, ma dobbiamo capire che nei momenti di difficoltà bisogna presidiare l’obiettivo immediato e al tempo stesso programmare il futuro. Negli ultimi vent’anni il calcio ha sacrificato il talento. C’è molta più attenzione alla funzionalità del gioco piuttosto che al talento. Ieri sera abbiamo visto due ventenni norvegesi come Nusa e Bobb, entrambi hanno un rapporto col pallone che noi facciamo fatica a sviluppare. Forse anche il modello tecnico va rivisto“.Questo articolo Italia-Norvegia, la debacle azzurra apre il processo all’ital-pallone proviene da LaPresse