Il 22enne aggredito a coltellate lo scorso 12 ottobre in zona corso Como a Milano per una rapina da 50 euro non è più in pericolo di vita ma ha subìto danni irreparabili dall’aggressione condotta dai 5 ragazzi, fra cui tre 17enni, tutti arrestati. È quanto si apprende nel giorno in cui la polizia di stato ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dalla gip di Milano, Chiara Valori, nei confronti dei due adulti del gruppo. L’inchiesta per tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata è coordinata dal pm di Milano, Andrea Zanoncelli, e dalla sostituta della Procura per i minorenni, Elisa Salatino.Autore del tentato omicidio al ‘palo’: “Sono fottuto”“Io sono quello fottuto”. Così A.C, il 18enne milanese residente a Monza arrestato con altri 4 giovanissimi per il tentato omicidio pluriaggravato del 22enne paraplegico e con danni irreparabili per essere stato accoltellato il 12 ottobre scorso sotto i portici dell’Hotel Una in zona corso Como a Milano dopo una serata in discoteca, è stato intercettato a parlare con uno dei complici dagli agenti del Commissariato Garibaldi-Venezia pochi minuti prima di rendere verbale di interrogatorio. È lui il ragazzo che la Procura di Milano e la Procura per i minori ha individuato come l’autore che ha “ripetutamente sferrato colpi” di coltello inferti alle spalle mentre la vittima era già terra durante il tentativo di rapina e che hanno colpito “all’altezza del polmone” provocandogli uno “shock emorragico da emotorace massivo in ferita penetrante”.L’altro giovane, sempre 18 anni di Monza, individuato dall’inchiesta dei pm Andrea Zanoncelli ed Elisa Salatino come il “palo” durante l’aggressione con calci e pugni, si sarebbe mostrato invece “tranquillo”, trascurando “completamente le proprie responsabilità”. A stringere il cerchio degli inquirenti sui due uomini e i 3 minorenni finiti in carcere al Beccaria è stato il ritrovamento nell’abitazione di A.C. della “giacca bianca” con “5 bottoni” e “2 caratteristici tasconi” identica a quella indossata dall’accoltellatore e immortalata dalle telecamere di sorveglianza, delle scarpe nere marca Dior con stringhe grigio-nere e dei pantaloni visibili nei “filmati”.Fondamentali le testimonianze di due ragazze presenti in strada che quella notte aveva trascorso la sera al Play Club di via Montegrappa che hanno scritto il gruppo di ragazza che si “sono allontanati” lungo via Rosales lasciando la vittima agonizzante a terra. In ospedale il 22enne è arrivato “a un passo dal decesso” ha confermato un medico della Terapia Intensiva. Il giovane non è stato in grado di ricordare quasi nulla dei fatti. “Ho solo alcuni flash”, ha detto sostenendo di aver appreso solo dal erosale sanitario e dalla famiglia di essere stato vittima di un’aggressione. Nonostante le più avanzate cure a cui sarà sottoposto per almeno 6 mesi “con altissima probabilità non sarà possibile il recupero motorio”.“Forse c’è video in cui lo scanniamo”“È in fin di vita, così almeno non parla”. Sono alcune delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta per tentato omicidio che ha portato all’arresto dei tre 17enni e dei due 18enni che il 12 ottobre 2025 hanno ridotto in fin di vita e con danni irreparabili un 22enne in zona Corso Como. Nelle trascrizioni depositate dal pm Andrea Zanoncelli, captate poco prima dell’interrogatorio, gli indagati sperano che la vittima “muoia”, scrive la gip Chiara Valori nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dei 2 maggiorenni (per i minori il carcere è stato disposto dalla gip Sofia Caruso). “Non so se si vede il video dove lo scanniamo”, dice uno degli arrestati. “Voglio vedere se ho picchiato forte”.Uno di loro avrebbe sottolineato anche la “propria volontà di pubblicare” il “verbale di perquisizione” subita sui social network per vantarsi. La giudice parla di una “sorta di compiacimento” per la “propria azione violenta”. Per questo motivo, oltre a riconoscere la correttezza delle aggravanti della minorata difesa per “aver agito all’interno di un porticato” semi-nascosto approfittando dell’isolamento del giovane, quella della partecipazione di 5 persone (di cui 3 minori, altra aggravante) e per commettere il reato di rapina, ha riconosciuto il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.L’intercettazione nella sala d’attesa del Commissariato li mostra alternarsi “fra improvvisi scoppi di ilarità” e il tentativo di concordare una “versione di comodo” per “minimizzare” l’accaduto. I maggiorenni fanno riferimento al fatto che i tre minori possano raccontare la verità: “Secondo me sta facendo il pentito” e discutono della opportunità di andare a trovare in ospedale la vittima: “Magari quel co*e è ancora in coma”.Questo articolo Milano, rapinato e accoltellato in Corso Como: 22enne ha danni irreparabili proviene da LaPresse