Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione statunitense sul piano di pace per Gaza, proposta dall’amministrazione Trump, con 13 voti favorevoli e l’astensione di Russia e Cina. Il testo dà il via libera alla creazione di una forza internazionale di stabilizzazione incaricata anche del disarmo di Hamas. L’ambasciatore americano Mike Waltz ha definito la risoluzione “storica”, sottolineando che il provvedimento apre finalmente a “un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la statualità palestinese”.La reazione dell’Autorità Palestinese: “Attuare immediatamente la risoluzione ONU”L’Autorità Palestinese ha espresso soddisfazione per il voto, chiedendo che la risoluzione venga implementata “immediatamente sul terreno”. In una lunga nota, Ramallah ribadisce la disponibilità a collaborare con Stati Uniti, membri del Consiglio di Sicurezza, Paesi arabi e islamici, Unione Europea e Nazioni Unite. Questo, con l’obiettivo di “porre fine alle sofferenze del nostro popolo palestinese nella Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est”.L’Autorità Palestinese conferma inoltre la volontà di assumere la piena responsabilità amministrativa anche nella Striscia di Gaza, considerata parte integrante dello Stato di Palestina, nel quadro dell’unità del territorio e delle sue istituzioni. Ramallah chiede che il dispiegamento della forza internazionale favorisca il ritiro completo delle truppe israeliane. E che soprattutto riporti “normalità” e contribuisca a fermare “l’indebolimento della soluzione dei due Stati”.Risoluzione Onu, il nuovo piano Usa: Gaza divisa in due aree?Parallelamente alla risoluzione ONU, è emersa un’ipotesi avanzata durante la visita in Israele del vicepresidente americano JD Vance: si parla nello specifico di una divisione della Striscia di Gaza in due zone. Una sotto controllo israeliano e una controllata da Hamas. L’indiscrezione, rilanciata dal Wall Street Journal, suggerisce una ricostruzione avviata solo nella parte gestita da Israele, in attesa del disarmo totale di Hamas.Vance ha parlato di una porzione “relativamente sicura” pari al 53% del territorio, amministrata da Israele, e di un’area “pericolosa” sotto Hamas (47%), affermando che l’obiettivo è l’ampliamento della zona sicura. Jared Kushner, consigliere e genero di Trump, ha confermato che nessun fondo per la ricostruzione verrà destinato ai territori ancora sotto il controllo del gruppo palestinese.Critiche arabe e obiettivi della ricostruzioneSecondo il Wall Street Journal, diversi governi arabi sarebbero contrari a questa ipotesi di segmentazione territoriale, giudicata pericolosa per la stabilità regionale. Gli Stati Uniti ritengono però che la formula possa aiutare a risolvere due nodi centrali: il disarmo di Hamas e la creazione di un’amministrazione alternativa in grado di gestire i trilioni di dollari necessari alla ricostruzione.Kushner, insieme all’inviato speciale Steve Witkoff, sarebbe il promotore principale del modello di ricostruzione “a zone”. “Ci sono considerazioni sull’avvio della ricostruzione a Gaza in aree che oggi sono sotto il controllo di Israele”.Trump: “Momento storico, porterà più pace nel mondo”Il presidente statunitense Donald Trump ha celebrato il voto del Consiglio di Sicurezza definendolo “un momento storico”. Su Truth, ha scritto che la risoluzione riconosce il nuovo consiglio di pace. “Sarà presieduto da me e comprenderà i leader più potenti e rispettati di tutto il mondo”.Trump ha ringraziato uno a uno i Paesi del Consiglio di Sicurezza — tra cui Cina, Russia, Francia, Regno Unito, Corea del Sud, Grecia, Pakistan, Slovenia, Somalia — e anche gli Stati non membri che sostengono l’iniziativa, tra cui Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Turchia e Giordania.Ha inoltre anticipato che “i membri del board of peace e molti altri annunci entusiasmanti saranno resi noti nelle prossime settimane”.La posizione della Cina: preoccupazioni e astensioneL’ambasciatore cinese Fu Cong ha spiegato che la Cina, pur non opponendosi, considera il testo “carente sotto molti aspetti”. Pechino ritiene fondamentale che ogni assetto postbellico rispetti la volontà del popolo palestinese e valorizzi il ruolo dell’Autorità Nazionale Palestinese.Fu ha espresso preoccupazione per l’assenza di un impegno esplicito verso la soluzione dei due Stati e per la scarsa partecipazione delle Nazioni Unite al processo. Tuttavia, ha sottolineato che, viste le condizioni critiche a Gaza, la Cina ha scelto di non votare contro. Una decisione maturata per favorire il mantenimento del cessate il fuoco.Gaza, l’Onu guarda alla “fase 2” del piano UsaIl portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha definito l’adozione della risoluzione un passo avanti per consolidare il cessate il fuoco, esortando le parti a rispettarlo. L’Onu, ha detto, è pronta ad assumere il ruolo previsto dal provvedimento. E sottolinea la necessità di procedere rapidamente alla fase 2 del piano Usa, orientata a un processo politico che conduca alla soluzione a due Stati.The post Gaza, approvata la risoluzione ONU targata Trump: cosa succede e perché Russia e Cina si sono astenute appeared first on Radio Radio.