Ecco come il tirzepatide (farmaco anti-obesità) riduce il desiderio di cibo

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AGI - Il tirzepatide, un farmaco progettato per il controllo del peso e la gestione del diabete noto anche con il nome commerciale Mounjaro, può sopprimere l'attività cerebrale e ridurre il desiderio di cibo per diversi mesi. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati dell'Università della Pennsylvania.Il team, guidato da Casey Halpern, ha valutato l'attività cerebrale, registrata direttamente con elettrodi, di tre partecipanti con obesità grave e difficoltà a controllare le proprie abitudini alimentari. Il lavoro, sottolineano gli esperti, rappresenta la prima indagine sull'uomo in merito all'impatto del tirzepatide sull'attività cerebrale, in particolare all'interno del nucleo accumbens, una regione associata al piacere, alla motivazione e alla ricompensa.Il desiderio di mangiare, per piacere e necessità di energia, riportano gli scienziati, coinvolge una complessa interazione tra diverse aree del cervello. Gli agonisti del recettore GLP-1 come la tirzepatide, promuovono la perdita di peso, ma la loro influenza sulle reti cerebrali che controllano l'alimentazione disregolata rimane poco compresa.Esaminare gli impatti di questi medicinali è fondamentale per lo sviluppo di nuovi potenziali trattamenti per i disturbi alimentari. Nell'ambito dell'indagine, i ricercatori hanno scoperto che gli episodi caratterizzati da un forte desiderio di cibo erano collegati a segnali cerebrali di bassa frequenza più intensi nel nucleo accumbens.La stimolazione cerebrale profonda terapeutica di quest'area in due dei partecipanti ha ridotto questo segnale cerebrale e il pensiero del cibo, per cui è stato dimostrato che la zona rappresenta un biomarcatore del processo di desiderio del cibo. Al terzo partecipante è stato somministrato tirzepatide per la gestione del diabete dopo un intervento di chirurgia bariatrica.Tuttavia, i segnali cerebrali e il pensiero fisso per il cibo sono tornati alcuni mesi dopo, mentre i pazienti stavano ancora ricevendo dosi di tirzepatina. I risultati preliminari, commentano gli autori, forniscono le prime misurazioni dirette dell'attività del nucleo accumbens in un singolo partecipante alla ricerca umana trattato con tirzepatide. Questi farmaci possono ridurre il desiderio di cibo influenzando i biomarcatori del segnale cerebrale associati al controllo dell'alimentazione.