“Accuse totalmente infondate”, dicevano. Hanno negato tutto, sostenendo di essere vittima di un attacco mediatico coordinato, e per questo non si dimettono manco se glielo chiedono i partiti che li hanno nominati. Sarà l’autorità giudiziaria a giudicare il Garante che assolve sempre se stesso. A tre diverse procure sono stati depositati altrettanti esposti per reclami rimasti misteriosamente nei cassetti o sanzionati con un semplice buffetto, in danno di cittadini, lavoratori e pazienti. Due esposti riguardano casi rivelati dal Fatto nei giorni scorsi.Può essere una svolta per la vicenda. Per la prima volta infatti non sono i giornalisti a denunciare. Non è la tv a indagare. Sono le stesse vittime del Garante – i danneggiati dai suoi ritardi e apparenti omissioni – a rivolgersi direttamente alla magistratura perché verifichi possibili reati e per abbattere il “muro di gomma” con cui il Garante rimbalza solleciti e ignora richieste di documentazione. La denuncia, dicono i querelanti, è l’unico strumento rimasto per costringerli a dare spiegazioni.L’Asl abruzzese: tre avvocati per coprire una tracciaAngelica Carnevale, avvocato del Foro dell’Aquila, è vittima diretta del data breach ASL 1 Abruzzo del 3 maggio 2023. Nel 2019 era paziente dell’ospedale per il parto. “La mia cartella ginecologica era tra i dati trafugati – spiega al Fatto – ma sono stati trafugati anche informazioni su pazienti con HIV, orientamenti sessuali, interruzioni di gravidanza non rivelate alle famiglie. Dati che potevano rovinare vite”. Carnevale presenta segnalazione al Garante il 25 marzo 2024. Scrive ancora il 25 aprile, 29 aprile, 6 maggio. Attende mesi nel silenzio. E ora ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma.L’ASL aveva un Data Protection Officer pagato 60mila euro per gestire proprio questo. Il 16 giugno incarica un legale esterno per 5mila euro. Non basta. De mesi dopo – mentre l’istruttoria del Garante è in corso – incarica E-Lex per 129.500 euro – appena sotto il limite oltre il quale scatterebbe la gara pubblica. L’offerta è sottoscritta da Ernesto Belisario. Ma E-Lex è la fusione dello studio di Belisario e dello studio di Guido Scorza, componente del Garante dal 2020. A febbraio 2025 il Garante decide per un semplice ammonimento. Una “violazione minore”. Eppure a settembre 2023 l’ASL di Napoli 3 Sud per ransomware identico riceve 30mila euro di multa. A maggio 2023 ULSS 6 per dati inviati a destinatari sbagliati riceve sempre una multa da 10mila euro. Il data breach abruzzese invece, uno dei più gravi dell’epoca moderna, riceve solo un buffetto e niente multa.Dopo 853 giorni di attesa arrivano i licenziamentiAntonio Amoroso, ex Alitalia e segretario nazionale della Cub Trasporti presenta reclamo al Garante a luglio 2023 per tutti i 2mila colleghi che rischiano il licenziamento col passaggio dalla vecchia compagnia a Ita Airways. Chiede al Garante: è legittimo il trasferimento dei dati a ITA senza consenso?I dati includevano salari precedenti (rendendo impossibile negoziare stipendi più alti), carichi familiari, notizie su licenziamenti e reintegre passate. Dati che hanno condizionato le scelte di ITA nella selezione. Se il Garante avesse deciso che non era legittimo avrebbe dovuto sanzionare le compagnie, se viceversa lo era allora i lavoratori avrebbero potuto portare la prova della “continuità aziendale” dal giudice del lavoro e non finire per strada. Invece sono passati 853 giorni, un anno e mezzo dall’avvio dell’istruttoria avviata. Poi silenzio.Amoroso presenta tre richieste di aggiornamento: 25 marzo, 29 aprile 2024, 6 maggio 2025. Tutte non riscontrate. Sono passati 853 giorni. Nel frattempo: Report multato in 370 giorni. Fatto Quotidiano in 6 giorni. I duemila lavoratori? Niente. Licenziamenti già arrivati. La CIGS scade. Loro finiscono per strada. Il 16 settembre il giudice Orrù rimette la questione pregiudiziale sull’operazione di cessione tra Alitalia e Ita direttamente alla Corte di Giustizia Europea. Messaggio chiaro: l’Autorità italiana non funziona. Tutto questo è illustrato in un esposto con 58 allegati depositato proprio oggi presso la Procura della Repubblica di Roma.Il manager spiato mentre il Garante dormivaUn dirigente del Gruppo Luxottica scopre di essere spiato internamente da mesi. A settembre 2023 l’azienda mantiene aperta la sua email dopo il licenziamento, legge la corrispondenza riservata, estrae una bozza di lettera legale per il ricorso. Un caso di scuola, documentale, già risolto dalla giurisprudenza dello stesso Garante dal 2016 e 2019. Bastava applicare le proprie regole. Il reclamo è di fine ottobre 2023 ma solo a marzo – cinque mesi dopo – il Garante chiede informazioni. Solo in ottobre – a 12 mesi dal reclamo – accerta le violazioni. Sono passati 750 gi0rni, due anni, senza una decisione sulla sanzione. E’ stato il Fatto a rivelare la vicenda. Nel frattempo, si scopre che dietro lo spionaggio c’erano gli uomini di Equalize, la centrale di dossieraggi sotto inchiesta. La multinazionale commissiona dossier illegali per 4.500 euro più IVA da banche dati strategiche nazionali. Il Garante avrebbe potuto fermare la rete prima che si allargasse ancora. E invece non l’ha fatto pur avendo un reclamo “spia” proprio sul tavolo. Il muro di gomma pare sistematico, il meccanismo preciso: quando i cittadini chiedono trasparenza – reclami, richieste di aggiornamento – il Garante risponde con il silenzio. Ignora solleciti e va per le lunghe. Ma quando deve sanzionare altri è un razzo: Report: 370 giorni. Il Fatto: 6 giorni. L’avvocato Domenico Tambasco che seguì il manager anche nella pratica presso il Garante sta predisponendo un esposto sulla vicenda per la Procura di Milano.Il nodo E-Lex: presente in tutti gli affariIn due dei tre casi torna lo stesso nome: E-Lex, lo studio fondato da Guido Scorza, membro del collegio del Garante dal 2020. Scorza sostiene di aver “tagliato ponti” con lo studio. Eppure fino a poche settimane fa la sua email (@e-lex.it) era ancora attiva nell’albo avvocati Roma, ricevendo messaggi. Come se continuasse a ricevere corrispondenza dello studio mentre votava nei procedimenti che lo vedevano come parte giudicante. Scorza si è difeso sostenendo di non accedervi da quando ha lasciato lo studio. E-Lex difende circa una dozzina di aziende sottoposte a procedimenti del Garante. Coincidenze? Anche qui, deciderà la magistratura.ANAC e Corte dei Conti bussano alla portaL’avvocato Simone Aliprandi ha deciso di andare a fondo. Ha segnalato all’ANAC e alla Corte dei Conti. All’ANAC chiede: la scelta dell’ASL di incaricare E-Lex è stata motivata dalla speranza di ottenere un provvedimento favorevole dal Garante? Perché è esattamente quello che è successo. Se provato, quella si chiama corruzione. Alla Corte dei Conti chiede: i 129.500 euro (più 140mila complessivi per tre incarichi) costituiscono danno erariale? Il DPO era già incaricato. E la cifra sembra calcolata appositamente sotto la soglia che avrebbe richiesto una gara pubblica, permettendo invece l’affidamento diretto a uno studio con un membro nel collegio giudicante. Sarà l’autorità giudiziaria a giudicare il Garante che assolve sempre se stesso. Le due autorità dovranno verificare tutto questo.L'articolo “Omissioni, ritardi e sanzioni dubbie”: il Garante della Privacy finisce sotto inchiesta dopo 3 esposti. Le accuse all’Authority proviene da Il Fatto Quotidiano.