Eredità Del Vecchio, continua lo scontro: niente accordo e si va in tribunale

Wait 5 sec.

Mar, 18 Nov 2025A tre anni dalla scomparsa di Leonardo Del Vecchio ancora non c’è alcun accordo fra gli eredi, tutti proprietari del 12,5% di Delfin, la cassaforte di famiglia.DiRedazioneCondividi l'articolo(Image credit: Depositphotos)Ieri pomeriggio si è tenuta una nuova assemblea della Delfin, la cassaforte lussemburghese della famiglia Del Vecchio che racchiude tutte le partecipazioni del gruppo (dal 32% di EssilorLuxottica al 26% di Covivio, inclusi il 10% di Generali, il 17% di Mps e il 2,7% di Unicredit).Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica, questa nuova assemblea ha mantenuto lo stesso ordine del giorno di quella di giovedì 13 novembre, come richiesto dal socio Rocco Basilico, primo figlio della vedova di Leonardo Del Vecchio, Nicoletta Zampillo: trasferire lo 0,4% (sul 12,5% di Delfin in suo possesso), a una società o un trust diverso dalla persona fisica. Richiesta respinta avendo raccolto solamente cinque degli otto voti necessari.La novità di ieri è che la nuova assemblea è stata chiesta da altri due soci, che secondo alcune ricostruzioni, dovrebbero essere Luca e Paola Del Vecchio, che hanno chiesto di poter trasferire ad altra società la totalità delle loro azioni, pari al 12,5% a testa di Delfin. L’esito di questa votazione però non è ancora stato comunicato da Delfin che non ha pubblicato alcuna nota ufficiale. Ma è molto probabile che il risultato possa essere stato lo stesso di giovedì scorso, con cinque voti favorevoli e tre contrari. L’opposizione era rappresentata da Leonardo Maria, Marisa e Claudio. Ma la questione potrebbe non essere finita qui.La bocciatura in assemblea secondo le maggioranze previste dallo statuto, infatti, non preclude ai soci di percorrere la strada giudiziale. La legge lussemburghese, dove ha sede la cassaforte di famiglia, prevede infatti che non si possa impedire a vita a un socio di poter uscire da una compagine azionaria. E dunque il trasferimento delle azioni può essere accordato dal giudice con due livelli di protezione, il diritto di prelazione agli altri soci e un diritto di riscatto da parte della stessa società. E anche il prezzo del trasferimento delle azioni, se non viene definito consensualmente dalle parti, viene deciso dal giudice. E una volta che le azioni fossero trasferite in una società invece che essere in capo alla persona fisica, si apre la strada alla vendita a terzi della stessa società senza passare dal consenso degli altri soci previsto dallo statuto.Avendo ricevuto quindi un no dall’assemblea, ora Basilico, Luca e Paola Del Vecchio hanno ora 90 giorni di tempo per rivolgersi al giudice lussemburghese con la richiesta di trasferimento delle azioni. Ma ancora non c’è certezza dei prossimi passi che effettueranno i tre diretti interessati. Di sicuro la vicenda sull’eredità Delfin, a tre anni dalla scomparsa dal suo fondatore, è destinata a continuare e a generare, di conseguenza, malumore fra gli eredi.Il governo della Delfin, infine, per volere del suo fondatore, è totalmente in mano a un board di cinque persone presieduto da Francesco Milleri che è anche presidente e Ad di EssilorLuxottica. Un board che non è obbligato a consultarsi con i soci per le operazioni e che potrebbe anche decidere di riscattare eventuali azioni poste in vendita dai soci facendo ricorso ai mezzi propri e all’indebitamento.(Image credit: Depositphotos)Developed by 3x1010