Per le imputazioni che vengono loro contestate, aggravanti comprese, i due 18enni in carcere per aver rapinato e tentato di uccidere uno studente di 22 anni, aggredito il 12 ottobre nella zona della movida di corso Como a Milano, rischiano condanne a pene fino a 20 anni di reclusione. Pene che in abbreviato potrebbero scendere fino a 14 anni o poco meno in caso di rito abbreviato.Ai due 18enni, così come ai tre 17enni anche loro arrestati dalla magistratura minorile, viene contestato il tentato omicidio (uno è l’accoltellatore, l’altro come i minori risponde di concorso morale) con quattro aggravanti: il fatto commesso in cinque persone, l’averlo compiuto per mettere in atto la rapina, il concorso con “persone minorenni” e l’aver approfittato di “condizioni che impedivano” la difesa allo studente, tra cui “l’orario notturno” e l’assenza in quel luogo “di potenziali soccorritori”. E ancora la “evidente”, si legge nell’ordinanza della gip Chiara Valori, “condizione di sopraffazione” anche dopo i “primi colpi inferti”. I giudici parlano di “aggressione feroce”, “pestaggio brutale” con “modalità da branco”.Anche l’imputazione di rapina è aggravata, pure per averla commessa con un’arma. Da qui accuse che porterebbero le pene fino a più o meno 20 anni, ma molto probabilmente gli indagati sceglieranno l’abbreviato, con lo sconto di un terzo sulle pene. Per i minorenni, invece, ovviamente le pene sarebbero più basse. Gli interrogatori davanti alla gip Valori, nell’inchiesta della Polizia e del pm Andrea Zanoncelli, sono stati fissati per la mattina del 21 novembreL'articolo Studente brutalizzato a Milano, i due maggiorenni del branco rischiano fino a 20 anni di carcere proviene da Il Fatto Quotidiano.