Brume italiane (e intrecci americani) per Salvini e Meloni. L’opinione di Sisci

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La lite sugli armamenti tra i ministri Guido Crosetto e Matteo Salvini sta sfuggendo di mano? Crosetto ha rinviato un viaggio in America ormai da una decina di giorni. Il responsabile della Difesa avrebbe dovuto firmare un accordo per l’acquisto di dotazioni americane da dare all’Ucraina.Salvini però si oppone al sostegno a Kyiv. Ad oggi la premier Giorgia Meloni non ha preso posizione a favore dell’uno o dell’altro. Obiettare a Salvini significa mettere a rischio la tenuta del governo a pochi giorni dalle elezioni regionali, e quindi rischiare una sconfitta alle urne e magari precipitare una crisi di governo.D’altra parte, Salvini ha tutto l’interesse a sottolineare queste divisioni per cercare di raccogliere qualche consenso in più, con l’idea che il suo elettorato ami la Russia. Evidentemente crede che il suo consenso stia nel differenziarsi con il governo sulla politica estera. Però eccepire a Crosetto vuol dire mettere in dubbio la lealtà alla Nato e alle richieste della Ue e del Regno Unito.Quindi non è una questione di giorni. La sua guerriglia politica potrebbe durare mesi, perché chiuderla invece porta consensi al suo nemico preferito, Meloni. Lei, per ragioni di stabilità invece potrebbe avere interesse a non arrivare alla rottura proprio per non dare fiato a Salvini. In questa dinamica a senso unico, il capo delle infrastrutture potrebbe avere aperto un’autostrada di polemiche senza freni, cosa che logorerebbe il governo e il Paese. Questo potrebbe essere un obiettivo della guerra ibrida di Mosca contro l’Occidente.La danza dura ormai da più di una settimana e rischia di fare traballare quello che è stato finora il vero punto forte del governo – l’appoggio esterno da parte degli Stati Uniti, dell’Unione europea e del Regno Unito.A Roma qualcuno mormora poi che Salvini potrebbe avere anche sponde a Washington, e non solo a Mosca. Alcuni da Washington manderebbero messaggi cauti, non totalmente antirussi e non certamente a favore dell’Ucraina. Questi messaggi darebbero più fiato a Salvini e renderebbero più incerto il passo di Meloni. I riferimenti americani di Crosetto sono evidentemente diversi: bisogna acquistare armi dagli Usa, cosa che porta certamente soldi in cassa all’America.Non è chiaro se la storia dei messaggi americani filorussi sia vera, oppure chiacchiere da depistaggio romano, o false piste russe, la buttiamo in “caciara”, tanto come si fa a controllare?Ma se fosse anche vero, Meloni cerca di giocare dentro Washington? Lei provò ad avvicinarsi insieme al tecno-miliardario Elon Musk e al presidente Donald Trump, fin quando Musk è uscito dallo schermo politico. La vicinanza con Musk che allora pareva un vantaggio poi forse si rivelò un vulnus. Non è chiaro se ora stia succedendo lo stesso. Tanti in Italia, in passato, si sono lasciati irretire da questa o quella sirena americana, per poi finire sugli scogli.Washington è un ambiente complesso, è Foggy Bottom, il fondo nebbioso, dove anche tanti americani sbagliano e dove è facile perdersi nei labirinti, nei giochi di specchi e nel rimbombo assordante e disorientante delle eco. Navigare quei labirinti da Roma, armati di furbizie tutte italiane, potrebbe essere la ricetta di disastri.Il passo di Crosetto è più sicuro: ha alle spalle l’Europa, il Regno Unito e richieste ufficiali di Washington. Il senso comune dovrebbe suggerire a tutti, e a Meloni in particolare, di seguire Crosetto. Qui le eco nebbiose di Washington si intrecciano con le brume italiane. Salvini ha rapporti incerti in America ma molto più stretti a Mosca, e fili nemmeno tanti nascosti col suo vecchio sodale di governo gialloverde, Giuseppe Conte, ora leader del Movimento 5 Stelle, fieramente anti-ucraino. Non ci sono pistole fumanti, ma fumi di sospetto di certo.Se Meloni andasse a uno scontro con Salvini il risultato potrebbero essere le elezioni anticipate e magari le alleanze potrebbero mischiarsi. Non è pronta a questo, né forse lo è la capa dell’opposizione Elly Schlein. Si sa, “ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne possa sognare la tua filosofia”.