Amnesty International aveva messo in guardia già il 5 settembre: se Israele non avesse immediatamente fermato il suo assalto su vasta scala a Gaza City e il progetto di sfollare centinaia di migliaia di persone e se nessuno nella comunità internazionale avesse fatto pressioni in tal senso, il già insopportabile livello di sofferenza della popolazione palestinese, alle prese con l’intenzionale campagna di riduzione alla fame e col genocidio, avrebbe avuto conseguenze catastrofiche e irreversibili.E così è e sarà, in spregio a ogni norma del diritto internazionale e nel più totale disprezzo della vita umana.A Gaza City si muore sotto i bombardamenti perché non si sa più dove andare, perché le persone affamate, ferite, malate o con disabilità non possono affrontare l’ennesimo trasferimento forzato.Nei giorni scorsi il Comitato internazionale della Croce rossa aveva dichiarato che era impossibile, nelle attuali condizioni, un’evacuazione di massa da Gaza City in modo conforme al diritto internazionale umanitario. La maggior parte delle persone palestinesi è stata già sfollata più volte e vive in campi di fortuna, fatiscenti e sovraffollati, privata dei beni più necessari. Molte persone non hanno alcun luogo sicuro dove andare o non possono muoversi a causa della malnutrizione o perché sono malate, ferite o hanno disabilità.Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari, alla data del 27 agosto oltre l’86 per cento della Striscia di Gaza si trovava all’interno della zona militarizzata da Israele o era soggetta a ordini di sfollamento. L’esercito israeliano ha ordinato alle persone palestinesi di andare nella zona di al-Mawasi, nella Striscia di Gaza meridionale, già attaccata dalle forze israeliane. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che la zona non è attrezzata per ospitare persone a causa della mancanza d’acqua, del sovraffollamento delle tende e della mancanza di cure mediche, a causa della decimazione del sistema sanitario causata da Israele.Dunque, ancora una volta il mondo sta a guardare mentre Israele continua a sfidare i più elementari principi di umanità. Il tutto mentre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite si accinge, dal 18 settembre, a riunirsi, impotente di fronte a una cesura storica: il passaggio dal concetto di diritti umani a quello del diritto del più forte.L'articolo Israele entra a Gaza City in spregio a ogni diritto: ancora una volta il mondo sta a guardare proviene da Il Fatto Quotidiano.