Non solo i 247 giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023, 31 tra reporter e operatori sono stati uccisi in un raid israeliano condotto la scorsa settimana su Sana’a, la capitale dello Yemen controllata dagli Houthi. Lo ha denunciato il Committee to Protect Journalists (Cpj), organizzazione no-profit americana con sede a New York, che parla del più grave attacco contro la stampa degli ultimi 16 anni dopo la strage di Maguindanao, nelle Filippine, nel 2009.Lo scorso 10 settembre l’esercito di Tel Aviv ha bombardato un complesso che ospitava testate affiliate al gruppo filo-iraniano, tra cui gli uffici del quotidiano 26 September e il giornale Yemen. Secondo il ministero della Salute Houthi, nell’attacco sono morte almeno 35 persone, tra cui un bambino, e 131 sono rimaste ferite. Il primo organo di stampa è considerato portavoce dell’esercito yemenita, il secondo invece è uno dei quotidiani più letti del Paese.Nasser Al–Khadri, direttore di 26 September, ha detto a Cpj che le uccisioni sono un “massacro senza precedenti di giornalisti”, con diversi attacchi che hanno colpito la redazione intorno alle 16:45, mentre il personale stava ultimando la pubblicazione del settimanale, che è l’organo ufficiale dell’esercito yemenita. “Si tratta di un attacco brutale e ingiustificato che ha preso di mira persone innocenti il cui unico crimine era quello di lavorare nel campo dei media, armate solo delle loro penne e delle loro parole”, ha dichiarato a Cpj.Come spiega l”organizzazione no-profit americana – che promuove la libertà di stampa e difende i diritti dei lavoratori nel campo dell’informazione – “in quanto civili, i giornalisti sono protetti dal diritto internazionale, compresi coloro che lavorano per testate statali o affiliate a gruppi armati, a meno che non prendano parte direttamente alle ostilità”.L’esercito israeliano ha dichiarato, in un comunicato, di aver colpito in quel raid “obiettivi militari” a Sana’a, tra cui il dipartimento di pubbliche relazioni degli Houthi, che diffondeva “terrorismo psicologico“. Committee to Protect Journalists denuncia quello che definisce lo “schema mortale” di Israele: “Attaccare giornalisti e redazioni con la motivazione che pubblicano propaganda ‘terroristica’”. Sara Qudah, direttrice del programma regionale del Cpj, ha affermato che “dal 7 ottobre 2023, Israele è emerso come un killer regionale di giornalisti. Quest’ultima ondata di omicidi non è solo una grave violazione del diritto internazionale, ma anche un terrificante monito per i giornalisti di tutta la regione: nessun luogo è sicuro”. Come sottolinea il Guardian, l’uccisione dei giornalisti yemeniti è stata ampiamente ignorata dai governi, creando timori di ulteriore impunità.Il 10 agosto quanto quando Israele ha bombardato le tende dei media e ucciso sei giornalisti – tra cui il 28enne Anas Al-Sharif di Al Jazeera – Israele ha affermato che erano terroristi e membri di Hamas, senza fornire prove evidenti. Pochi giorni dopo con un doppio raid all’ospedale Nasser l’esercito di Tel Aviv ha ucciso altri 5 giornalisti e diversi sanitari. Così come Israele ha attaccato altri giornalisti in Libano. Nonostante le mobilitazioni e le denunce, il governo di Netanyahu continua a colpire la stampa e non solo a Gaza.“Colpire chi racconta la guerra: questa è la strategia. Chiediamo all’Unione europea e alle Nazioni Unite di agire immediatamente di istituire una commissione internazionale indipendente di inchiesta e di garantire protezione effettiva ai cronisti che, con coraggio, continuano a raccontare ciò che accade. Difendere i giornalisti significa difendere la democrazia”, dichiara Sandro Ruotolo, europarlamentare del Partito democratico, commentando l’uccisione dei giornalisti in Yemen. “Questo episodio si inserisce in un disegno più ampio e oggi – conclude Ruotolo – siamo di fronte al più grande sterminio di giornalisti mai registrato nella storia contemporanea, compiuto da un esercito regolare. È un crimine contro la libertà di stampa, contro il diritto dei cittadini a conoscere la verità e un evidente crimine di guerra”.L'articolo Raid israeliano in Yemen ha ucciso 31 giornalisti: è il secondo attacco più mortale mai registrato contro la stampa proviene da Il Fatto Quotidiano.