Le polemiche seguite all’assassinio di Charlie Kirk non si fermano. Tra i tanti interventi, quello di Roberto Saviano ha suscitato reazioni durissime: un commento che, secondo molti osservatori, ha oltrepassato i limiti del dibattito civile, rivelando un atteggiamento che legittima la soppressione del nemico politico. Boni Castellane, nel suo intervento ai microfoni di Lavori In Corso, non risparmia critiche e mette in guardia da una deriva culturale che richiama i fantasmi più cupi del Novecento.Saviano e la linea del ReichstagSaviano ha paragonato l’omicidio di Kirk all’incendio del Reichstag, lasciando intendere che l’episodio possa trasformarsi in un’occasione di consolidamento del potere per Trump. Un ragionamento che Castellane liquida senza esitazioni: “È leninismo allo stato puro, anzi il peggior leninismo”, commenta, sottolineando come da quelle parole emerga un’idea pericolosa, secondo cui il nemico politico non solo può, ma addirittura deve essere eliminato.La violenza come strumento politicoL’analisi si allarga poi al quadro ideologico. Per Castellane, certe posizioni affondano le radici in una tradizione che considera la violenza un mezzo legittimo per fare politica: “La rivoluzione non è un pranzo di gala, si fa con i fucili”. Una visione che, se accettata, porta inevitabilmente a scindere la comunità nazionale. È qui che la critica si fa più radicale: chi sostiene che alcune vite abbiano meno dignità di altre, spiega, rischia di aprire la porta a giustificazioni aberranti, dalle epurazioni sovietiche alla pena di morte.Il paradosso della sinistra e il caso SandersCastellane sottolinea inoltre la contraddizione tra l’uscita di Saviano e l’atteggiamento di figure della sinistra americana come Bernie Sanders, che invece hanno espresso empatia verso la vittima. “Non riconosce neanche il punto di vista della sinistra americana”, osserva, giudicando “agghiacciante” la mancanza di rispetto per il valore universale della vita. Un paradosso che, a suo avviso, tradisce la deriva nichilista di una parte dell’intellettualità progressista.Un clima di odio che preoccupaAl centro rimane la denuncia di un clima di odio crescente. Castellane mette in guardia dal rischio di normalizzare l’idea che un avversario politico possa essere soppresso: un principio che apparteneva alle contrapposizioni del secolo scorso e che oggi ritorna con inquietante attualità. “Pensavo fosse un caposaldo della comunità nazionale che tutte le vite abbiano pari dignità”, afferma. Un monito che va oltre il caso Saviano e richiama la necessità di ristabilire confini etici chiari, per evitare che la violenza torni ad essere considerata parte accettabile della politica.The post Saviano shock su Kirk: “Non provo empatia” ▷ Boni Castellane: “Siamo al leninismo più spietato” appeared first on Radio Radio.