Festival di Open, Olmert con Al Kidwa: «Servono uomini e donne con il coraggio della pace nelle piazze di Israele e a Gaza» – Il video

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Sul palco del Festival di Open, in piazza Garibaldi a Parma, si sono confrontati l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert (in carica dal 4 maggio 2006 al 31 marzo 2009) e Nasser al-Kidwa, ex ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese. L’incontro, mediato dalla vicedirettrice di Open Sara Menafra, ha avuto al centro la presentazione del piano di pace congiunto, che Olmert e al-Kidwa stanno promuovendo in giro per il mondo e che, hanno dichiarato i promotori, mira a una pacifica convivenza basata su una reciproca cessione di territori e sulla soluzione dei due popoli, due Stati.«Netanyahu è dalla parte sbagliata della storia, il suo governo cadr໫Non so chi sostituirà il premier israeliano Netanyahu ma qualcuno prenderà il suo posto prima di quanto si pensi. I suoi giorni sono contati, è dalla parte sbagliata della storia, non rappresenta gli israeliani e i loro interessi», ha dichiarato Olmert sul palco di Parma, riproponendo temi e argomentazioni che fanno da sfondo al piano congiunto. «La maggioranza degli israeliani non sembra a favore di una soluzione a due Stati. Io in realtà dico: se qualcuno avesse detto subito dopo la Seconda guerra mondiale a un britannico, francese o italiano che questi paesi avrebbero creato un’Unione europea, nessuno ci avrebbe creduto, e invece è quello che è successo. Qualcosa succederà, sono ottimista. Credo in questo processo ma spero che anche l’Autorità Palestinese trovi la forza, qualcuno di più coraggioso di Abu Mazen che invece non firmò il nostro progetto. Servono uomini e donne coraggiose. Le operazioni militari israeliani sono inaccettabili non solo per me, ma per la maggioranza degli israeliani».Olmert: «A Gaza situazione inaccettabile»Olmert ha definito «terribile» la situazione nella Striscia di Gaza e ha posto l’accento sulla necessità di fermare immediatamente l’uccisione di civili: «Hamas è molto responsabile di quello che è accaduto in quella parte del mondo. Quello che vediamo adesso a Gaza è inaccettabile. L’uccisione di persone innocenti deve smettere subito e doveva smettere prima che io e al-Kidwa presentassimo questa proposta per la cessazione delle ostilità. Vedere quello che succede a Gaza significa avere il cuore spezzato per i palestinesi, per gli israeliani». Sul tema delle operazioni militari nella Striscia, l’ex premier israeliano è stato chiaro: «Le operazioni militari israeliane sono inaccettabili non solo per me, ma per la maggioranza degli israeliani. Non c’è una base per continuare questa operazione che può portare solo morte di vite innocenti, palestinesi e israeliani. Non c’è alcuna giustificazione, dobbiamo fermare adesso. Dobbiamo concludere la liberazione di ostaggi sia palestinesi che israeliani».Al-Kidwa: «Il silenzio della comunità internazionale è complice di Israele»Al-Kidwa ha richiamato il ruolo del mondo e la responsabilità della comunità internazionale: «È inaccettabile quello che stiamo vedendo. Ma il silenzio della comunità internazionale è un silenzio che ha permesso al governo israeliano di andare avanti e continuare a fare quello che sta facendo», ha detto l’ex ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, sottolineando anche la necessità che il riconoscimento politico sia seguito da azioni concrete. «Il ruolo e il riconoscimento politico non cambiano più di tanto le cose, è vero, però è importante a livello politico, è importante per la risonanza che può avere, soprattutto però se questo riconoscimento politico viene seguito da delle azioni, delle azioni concrete, dall’attuazione ad esempio della Convenzione di Ginevra, che prevede che non si possano deportare prigionieri o intere popolazioni da una parte all’altra, altrimenti se così non fosse ci troveremmo davanti a mere parole».La situazione «ingovernabile» in PalestinaRiguardo alla situazione politica interna palestinese, al-Kidwa ne ha riconosciuto la complessità: «Ho avuto un ruolo politico nella politica palestinese. La Palestina era un caos. Ma non solo Gaza, anche Ramallah (città palestinese in Cisgiordania, ndr), era una situazione ingovernabile. Hamas aveva il controllo di Gaza, relativo alla sicurezza, ai movimenti, alla politica. È un controllo che deve finire affinché sia possibile raggiungere un accordo. Deve finire il controllo di Hamas su Gaza», ha affermato. «Credo che dobbiamo dire chiaramente che ci sono dei passi che dobbiamo fare per permettere che le cose prendano una direzione diversa, affinché si fermi la sofferenza, il dolore, anche una trasformazione di Hamas in un partito politico che non lo è mai stato veramente. Creare un accordo che possa concretizzarsi. Ma prima bisogna interrompere la sofferenza», ha aggiunto.Il piano di Pace per i due StatiOlmert ha inoltre ricordato una data e una proposta: «Il 17 luglio 2024 abbiamo firmato una dichiarazione congiunta per la cessazione delle ostilità affinché si raggiunga una pace che comprenda i due Stati secondo i confini del 1967 con la città di Gerusalemme, capitale dello Stato di Israele, governata da un ente sotto l’egida dell’Onu e con la garanzia che tutte le religioni abbiano accesso senza possibilità di escludere l’una o l’altra». L’ex premier israeliano ci ha tenuto a sottolineare che il piano di pace che porta avanti con Al Kidwa non è di certo cosa nuova. «Avevo presentato questo piano politico ad Abu Mazen nel 2008-2009. Era un piano di pace simile a quello che proponiamo adesso: Stato palestinese e Israele. Se si fosse arrivati alla firma, oggi avremmo salvato milioni di persone. È stato un errore enorme non aver firmato questo piano. Non esistono alternative ai due Stati. Abbiamo avuto l’onore di incontrare Papa Francesco prima della scomparsa. La soluzione vera non si raggiungerà se i due Paesi non siedono e negoziano allo stesso tavolo. I leader europei e statunitensi devono persuadere la comunità internazionale affinché i due stati negozino».Il riconoscimento della PalestinaRegno Unito, Canada e Australia oggi hanno annunciato il riconoscimento dello stato di Palestina e anche il Portogallo si appresta a farlo. «La questione palestinese ha sempre meno importanza in tutte le agende internazionali, ma non mi sorprende che il mondo arabo non sia tanto preoccupato. Mi sorprende che i palestinesi non stiano facendo quello che dovrebbero fare: devono mobilitarsi, e avere un ruolo attivo, con il supporto del mondo arabo. A quel punto potranno chiedere ai paesi di seguirli, altrimenti non si può sperare che gli altri faranno qualcosa per il popolo palestinese», ha dichiarato Al Kidwa.Olmert sull’operazione Piombo Fuso: «Non chiedo scusa»Sollecitato sul palco di Open in merito all’operazione Piombo Fuso (la campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza avviata in seguito al ripetuto lancio di missili contro Israele da parte di Ḥamas nel 2008) che volle quando era premier israeliano, Olmert ha dichiarato: «Non ho mai chiesto scusa per aver perseguito i membri di Hamas, sono dei terroristi, sono il maggior nemico del popolo palestinese. Hanno creato questa tragedia con l’attacco del 7 ottobre. Non posso dispiacermi di quello che è stato fatto contro Hamas». Ma ha precisato: «Mi rammarico, invece, di tutte le persone palestinesi innocenti che sono stati uccisi quando ero primo ministro. Ma – ha precisato – non mi pento delle uccisioni di questi assassini che hanno causato la catastrofe a Gaza. Speriamo davvero che il popolo palestinese possa essere guidato da gente come Al Kidwa e non dagli attuali assassini che hanno il controllo della Palestina».L'articolo Festival di Open, Olmert con Al Kidwa: «Servono uomini e donne con il coraggio della pace nelle piazze di Israele e a Gaza» – Il video proviene da Open.