Festival di Open, si chiude la terza edizione con il premio a Cecilia Sala: «Interpreta il giornalismo con coraggio e con gli strumenti delle nuove generazioni» – Il video

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«Cecilia Sala ha avuto un’esperienza che ha mobilitato l’intero paese, a cavallo dei giorni che dovevano essere di festa per tutti (Natale, ndr). Una storia finita bene, che ci ha messo a contatto, innanzitutto, con cosa vuol dire fare questo mestiere, il giornalismo, in terre difficili, correndo dei rischi, non stando in albergo a farsi passare le notizie. Ed è ciò che fa chi interpreta questo mestiere nel modo più coraggioso, come Cecilia Sala, che viene premiata proprio per questo e – ci tengo a dirlo – non per ciò che le è accaduto. Cecilia interpreta con gli strumenti delle nuove generazioni, con gli strumenti che sono consentiti dall’innovazione tecnologica e digitale, con l’arma del podcast, un mestiere antico, un mestiere che ha avuto dei grandi interpreti e che ha in lei sicuramente uno dei migliori esponenti dell’ultima generazione». È con queste parole che l’editore di Open Enrico Mentana, affiancato dal sindaco di Parma Michele Guerra, conferisce a Cecilia Sala il premio Open chiudendo il sipario della tre giorni che ha visto avvicendarsi sul palco ministri, sindaci, cantanti e personaggi di spicco dell’attualità italiana e non.Fare giornalismo oggiLa premiazione è stata anche l’occasione per fare il punto su cosa significa fare giornalismo oggi, nel mezzo di due conflitti mondiali e con la necessità di raccontarli attraverso strumenti nuovi, ma con lo stesso spirito antico di chi sceglie di andare sul campo. Mentana ha ricordato come «una volta gli inviati arrivavano in una città, parlavano con il tassista e quello diventava l’articolo. Oggi non è più possibile: serve esserci, vedere, toccare con mano». Ed è proprio qui che, a suo giudizio, Sala si distingue: «Usa i podcast e i social non per semplificare, ma per ampliare il racconto. È la dimostrazione che il giornalismo si può fare con linguaggi nuovi senza perdere profondità».Le guerre in Ucraina e a GazaSala ha spiegato che «in Ucraina, pur con tutti i rischi, noi giornalisti possiamo lavorare. È un paese aggredito, ma accessibile. Gaza invece è un buco nero: dal 7 ottobre Israele non fa entrare nessun giornalista internazionale. Questo significa che le immagini e i racconti che arrivano da lì sono solo di reporter locali, che Israele delegittima definendoli simpatizzanti di Hamas. Così anche davanti a filmati con montagne di cadaveri di bambini, la narrazione ufficiale può dire: “è falso”». Un paragone inevitabile con la Siria: «Anche lì, a un certo punto, Assad ha chiuso le porte ai reporter indipendenti. Il risultato è che la propaganda prende il sopravvento. Questa è la differenza più grande: in Ucraina possiamo raccontare, a Gaza no».La crisi della politica israelianaIl discorso si è poi spostato sulla crisi interna di Israele. «La sinistra in Israele si è estinta dopo l’assassinio di Rabin e le bombe di Hamas sugli autobus», ha detto Sala. «Oggi a dettare l’agenda sono gli ultranazionalisti come Smotrich e Ben Gvir. Netanyahu, che non ha una visione messianica ma solo la preoccupazione di salvarsi dai processi, ha bisogno di loro per governare. Così il destino di Gaza è piegato alle esigenze personali del premier». Ucraina e Palestina, solidarietà diverseInevitabile anche il confronto con la guerra in Ucraina. «Lì abbiamo visto l’opposto», ha spiegato Sala. «All’inizio una solidarietà compatta, poi un raffreddamento, fino a un certo fastidio nei confronti di Zelensky. Non c’è una spiegazione unica, ma di sicuro pesa il fatto che Kiev ha veri alleati, riceve armi e sostegno economico. I palestinesi invece hanno simpatia popolare, ma nessun governo pronto a difenderli davvero». Mentana ha aggiunto che «la stagione di Trump ha lesionato equilibri che pensavamo intoccabili: la Nato, i rapporti con l’Europa, il sostegno all’Ucraina. Noi tendiamo a ridicolizzare Trump, ma non cogliamo la gravità delle fratture che sta aprendo».L'articolo Festival di Open, si chiude la terza edizione con il premio a Cecilia Sala: «Interpreta il giornalismo con coraggio e con gli strumenti delle nuove generazioni» – Il video proviene da Open.