Sanae Takaichi è l’ultima, in ordine di tempo, ad aver annunciato la propria candidatura alla guida del Partito Liberal Democratico (Ldo), completando così il quadro dei principali contendenti chiamati a succedere al premier dimissionario Shigeru Ishiba. L’ex ministra degli Interni, esponente dell’ala destra del partito, punta a diventare la prima donna alla guida del governo giapponese e ha scelto di comunicare la sua decisione direttamente a Taro Aso, ex primo ministro e figura riconosciuta come uno dei principali “kingmaker” della politica nazionale.“Ciò che serve ora è una politica in grado di trasformare le nostre ansie sulla vita e sul futuro in speranza”, ha dichiarato Takaichi ai giornalisti, presentandosi come candidata di rottura ma con solide radici nella tradizione conservatrice. Il voto per la leadership si terrà il 4 ottobre e arriva in un momento delicato: la fine della legislatura, inizialmente prevista nel 2027, è stata anticipata dopo le dimissioni di Ishiba, che ha assunto la responsabilità della sconfitta subita il 20 luglio scorso alle elezioni per la Camera dei Consiglieri. Per la prima volta dal 1955, la coalizione di governo formata da LDP e Komeito ha perso la maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento.In questa cornice, il confronto interno al partito appare meno legato a divergenze programmatiche e più alla capacità dei candidati di costruire alleanze durature. Takaichi resta tra le favorite, forte della vicinanza al blocco che fu di Shinzo Abe e del sostegno di Aso, ma la sua linea di fermezza in politica estera incontra resistenze nel Komeito, partner indispensabile per qualsiasi prospettiva di governo. Al suo fianco si colloca Shinjiro Koizumi, ministro dell’Agricoltura e figura popolare soprattutto tra l’elettorato giovane, sostenuto dall’ex premier Yoshihide Suga e dal ministro delle Finanze Katsunobu Kato. Seguono Toshimitsu Motegi, che ha rafforzato il proprio profilo anche grazie a un uso aggressivo dei social media, e Yoshimasa Hayashi, attuale capo di gabinetto e considerato tra i più esperti ma penalizzato da una scarsa visibilità pubblica. Più marginale la posizione di Takayuki Kobayashi, che non è riuscito a capitalizzare la notorietà guadagnata nelle precedenti corse interne.L’incertezza resta elevata. I prossimi dibattiti chiariranno se Koizumi riuscirà a consolidare la sua popolarità, se Takaichi potrà tradurre in forza politica il sostegno dei suoi sponsor, o se candidati come Motegi e Hayashi saranno in grado di emergere. Molto dipenderà dalle mosse di Aso e dalla disponibilità di Komeito a mantenere aperto il canale con l’Ldp: senza quell’alleanza, la prospettiva di vittoria a livello nazionale rimarrebbe estremamente fragile.L’esito della corsa resta altamente incerto. Con LDP e Komeito ormai privi di una maggioranza parlamentare autonoma, sarà inevitabile cercare nuove intese con altre forze politiche. Proprio questa dinamica rende la leadership race determinante non solo per gli equilibri interni del partito, ma anche per definire quali alleanze nasceranno in Parlamento. Dalla futura composizione degli equilibri della maggioranza dipenderà il posizionamento internazionale della terza economia del mondo, con il Giappone che è un attore cruciale per la stabilità dell’Indo-Pacifico e per la capacità di tenere viva la narrazione di un “Occidente politico” coeso.