AGI - L'iniziativa del presidente Usa, Donald Trump, di riprendere controllo della base aerea afghana di Bagram, presentata come una risposta al potenziamento nucleare cinese nello Xinjiang, rischia di destabilizzare una regione già fragile e potrebbe trasformare ancora una volta la nazione dilaniata dalla guerra in un focolaio di rivalità tra Stati Uniti e Cina. La proposta ha suscitato preoccupazioni tra analisti e governi, che temono un aumento delle tensioni regionali.Durante una conferenza stampa con il premier britannico Keir Starmer a Londra, Trump ha dichiarato: "Vogliamo riottenere Bagram. È a un'ora da dove la Cina produce le sue armi nucleari". Non è chiaro a cosa si riferisca esattamente: un'inchiesta della Bbc a luglio ha rilevato che esiste un sito per test nucleari a circa 2.000 km di distanza, nella Cina nord-occidentale. Trump ha anche ripetutamente affermato che la Cina ha stabilito una presenza nella ex base americana, situata a nord della capitale Kabul. Affermazione che sia Pechino che i talebani smentiscono. La Cina ha reagito assicurando che "rispetta la sovranità dell'Afghanistan", come ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, mentre Kabul ha sottolineato la volontà di mantenere relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, ma senza la loro presenza militare. Ieri il capo della Casa Bianca è arrivato a minacciare sanzioni all'Afgahnistan se non restituirà la base.La storia della baseCostruita dai sovietici negli Anni '50 e situata a circa 40 chilometri a Nord di Kabul, Bagram è stata il principale centro operativo americano fino al ritiro caotico degli Usa nel 2021, che ha favorito il ritorno al potere dei talebani.Gli analisti esteri, intervistati dal quotidiano South China Morning Post, concordano sul fatto che l'ossessione di Trump per Bagram sia legata alla rapida espansione dell'arsenale nucleare di Pechino, che il Pentagono ha definito la "modernizzazione più ambiziosa" della sua storia. Secondo Dennis Wilder, ex funzionario Cia, ha evidenziato che Bagram offrirebbe agli Usa un punto avanzato per sorveglianza e operazioni contro la Cina, complicando i piani militari di Pechino.Il piano nucleare cineseLa Cina ha superato le 600 testate operative all'inizio del 2025 e si prevede andrà oltre le 1.000 entro il 2030; sta costruendo, inoltre, nuovi silos missilistici, sistemi di lancio avanzati e l'anno scorso ha condotto un test missilistico balistico intercontinentale con capacità nucleare nell'Oceano Pacifico. Liselotte Odgaard, analista dell'Hudson Institute, ha evidenziato che la proposta di Trump su Bagram potrebbe spingere la Cina a rafforzare la sicurezza dei propri siti nucleari, come Lop Nur nello Xinjiang - dove Pechino ha testato la sua prima bomba nucleare quasi 60 anni fa - e i nuovi silos missilistici in costruzione a Hami e Yumen. Non si sa se sia questo il luogo in cui vengono prodotte armi nucleari, poichè si ritiene che la produzione cinese sia concentrata nella zona centrale del Paese.