Olimpiadi, al lavoro sulla pista da sci di Bormio c’è una ditta coinvolta in una inchiesta per corruzione: è stata già esclusa da un appalto regionale

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BORMIO – Le sorprese olimpiche non finiscono mai. Una società esclusa da un appalto della Regione Lombardia perché coinvolta in un’inchiesta per corruzione, rimane come subappaltatrice in altri due lavori banditi da Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), il braccio operativo dello Stato per le opere dei Giochi invernali che cominceranno a febbraio. Un paradosso, anche se in un caso concorreva direttamente a una procedura aperta per realizzare un sistema di innevamento a Bormio, per conto di Aria, l’Azienda regionale lombarda per l’innovazione e gli acquisti, mentre negli altri due casi si limita ad eseguire le direttive delle due ditte che hanno vinto gli appalti di Simico. Al centro di questo nuovo caso che agita la preparazione olimpica diventata sempre più convulsa, è la società a responsabilità limitata Bracchi di Valdisotto, in provincia di Sondrio.“Ha taciuto la notizia del processo”Il sasso è stato lanciato dall’ingegnere Lorenzo Gubian, direttore generale di Aria, che ha firmato una “Determina di esclusione” dalla procedura per il “potenziamento delle capacità di innevamento programmato della Ski Area di Bormio e Valdisotto”. Si tratta di un intervento finanziato da Regione Lombardia e inserito nel Piano olimpico per un valore di 13 milioni di euro. Alla gara hanno partecipato due raggruppamenti temporanei. Il primo, risultato vincitore, è costituito da TNG spa (mandataria) e Conf. Costruzioni srl mandante. Nel secondo raggruppamento, invece, la mandataria Mair Josef & Co di Mair Klaus (di Prato dello Stelvio), e le mandanti Marx srl (di Silandro) e Bracchi Costruzioni di Valdisotto. L’esclusione ha colpito questo secondo gruppo, a fine aprile. Aria ha scoperto che Bracchi non aveva informato la stazione appaltante dell’inchiesta che nel mese di marzo ha portato ai domiciliari il titolare, con accuse di corruzione. “Tali circostanze non sono state comunicate e ciò pur incidendo sul possesso ininterrotto dei requisiti morali richiesto dal Codice degli appalti” ha scritto Gubian, chiedendo alla società di controdedurre. Le risposte non sono state soddisfacenti. “L’operatore economico non negava le notizie di cronaca, né offriva informazioni adeguate idonee ad escludere un coinvolgimento della mandante nei reati elencati… le controdeduzioni si sono limitate ad affermare una asserita parzialità”. Aria ha ricordato che esiste “l’obbligo di comunicare nel corso della gara tutte le vicende, anche sopravvenute, attinenti allo svolgimento della propria attività professionale al fine di valutare l’eventuale incidenza sulla reale affidabilità, morale e professionale, dei concorrenti”. Così il raggruppamento arrivato al secondo posto è stato escluso dalla procedura d’appalto.L’inchiesta della Procura di SondrioAria aveva scoperto dalla lettura dei giornali dell’Operazione “Recharge” che aveva svelato un presunto giro di mazzette in cambio di appalti e affidamenti di opere pubbliche nel comune di Valdisotto. Ai domiciliari era finito Enrico Davide Bracchi, assieme al responsabile dell’ufficio lavori pubblici del Comune e ad altre tre persone. I reati contestati vanno, a diverso titolo, dal peculato alla corruzione, dagli atti contrari ai doveri d’ufficio al falso e alla violazione delle norme di tutela ambientale. L’inchiesta ha portato anche all’emissione di misure cautelari di divieto di contrarre con la pubblica amministrazione. La stessa società è coinvolta, inoltre, in un’istruttoria del sostituto procuratore Stefano Latorre, chiusa nel settembre 2024 con il deposito degli atti, che ipotizza l’esistenza di un “cartello di imprese” che “condizionavano le gare d’appalto in provincia, particolarmente nei Comuni di Bormio, Valdisotto, Valdidentro e Livigno”. Questo filone non è ancora arrivato all’udienza preliminare. Nel frattempo Bracchi, che è assistito penalmente dall’avvocatessa Anna Viganò di Como, è tornato in libertà. L’impresa ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo regionale della Lombardia, chiedendo l’annullamento dell’esclusione dall’appalto del raggruppamento arrivato al secondo posto.I subappalti di SimicoLa severità della Regione Lombardia non sembra essere stata seguita da Simico, responsabile delle opere sportive e stradali contenute nel Piano Olimpico da ormai 4 miliardi di euro. Nel sito ufficiale della società pubblica Bracchi risulta subappaltatrice in due diversi lavori. Il più importante è l’impianto di innevamento della pista Stelvio, dove si svolgeranno le gare di sci alpino maschile. L’appalto da quasi 20 milioni di euro è stato assegnato al raggruppamento composto da TechnoAlpin spa e Eco Edile srl, ma tra i 4 subappaltatori troviamo anche Bracchi srl. L’aggiudicazione è avvenuta a maggio, l’inizio lavori a luglio e la loro conclusione è prevista per il prossimo novembre. Il secondo subappalto rientra nella riqualificazione delle aree contermini della pista Stelvio, con costruzione di una rotatoria, per un valore di 1,2 milioni di euro. L’appalto è stato vinto da Eco Edile srl, con Bracchi unico subappaltatore. I lavori sono in corso e dovrebbero concludersi a metà ottobre.I casi sono due: Simico potrebbe non aver avuto notizia dell’inchiesta a carico di Bracchi, oppure aver fatto una valutazione diversa rispetto al direttore generale dell’azienda lombarda Aria.L'articolo Olimpiadi, al lavoro sulla pista da sci di Bormio c’è una ditta coinvolta in una inchiesta per corruzione: è stata già esclusa da un appalto regionale proviene da Il Fatto Quotidiano.