Kyiv pensa in grande. Debutta la versione XXL del Toloka

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La Defense Tech Valley 2025 di Lviv è stata l’occasione per l’Ucraina di presentare pubblicamente, per la prima volta, il “Toloka”-1000, versione XXL dell’Unmanned Underwater Vehicle (Uuv) concepito nel 2023 dal consorzio tecnologico Brave1, la piattaforma di coordinamento per l’innovazione della difesa creata dal governo ucraino.La famiglia Toloka comprende tre configurazioni progressive. Il Tlk-150, lungo 2,5 metri, può trasportare un carico esplosivo compreso tra 20 e 50 chilogrammi su distanze fino a 100 chilometri, grazie a una struttura aerodinamica con stabilizzatori orizzontali e propulsori che garantiscono elevata manovrabilità. Il modello intermedio, Tlk-400, lungo circa 5 metri, è progettato per trasportare fino a mezzo quintale di esplosivo in un raggio di 1.200 chilometri. Infine, il Tlk-1000 può coprire distanze fino a 2.000 chilometri, trasportando fino a cinque tonnellate di carico bellico all’interno dei suoi 12 metri di scafo con diametro di 400 mm. Tutte le varianti sono state esposte al pubblico durante l’evento di Lviv.La presentazione segue precedenti riferimenti ufficiali al progetto, incluso quello del presidente Volodymyr Zelensky, che lo aveva citato lo scorso febbraio come uno dei programmi strategici per la sicurezza nazionale.Secondo i rappresentanti di Brave1, nelle sue diverse versioni il Toloka è pensato per attività di lotta alle mine, ricognizione acustica e mappatura dei fondali. I droni possono rilevare, classificare e neutralizzare mine sottomarine, condurre missioni di sorveglianza e garantire comunicazioni per aumentare la sicurezza delle operazioni marittime. Tuttavia, il Kyiv Independent ha osservato che la gittata e il carico utile del Tlk-1000, se confermati, potrebbero anche consentire attacchi contro obiettivi strategici come il ponte di Kerch in Crimea, già colpito più volte dalle forze ucraine con sistemi senza pilota.La linea Toloka rappresenta un unicum nell’arsenale navale di Kyiv, finora concentrato soprattutto sulle unità di superficie senza equipaggio (Usv). Le capacità dichiarate di autonomia fino a due mesi, propulsione ibrida e guida multimodale  amplierebbero lo spettro delle missioni, dalle contromisure antimine e dalla ricognizione all’interdizione a lungo raggio contro infrastrutture portuali o navi ancorate. Resta da vedere quale sarà l’effettivo impatto operativo, che dipenderà da fattori come la scala produttiva, l’integrazione con sistemi di targeting e C2, la resilienza alla guerra elettronica e la capacità di operare in acque costiere contese senza perdere il collegamento con i centri di controllo.