Zoo life, Italia guida il progetto per salvare gli impollinatori

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Al via ‘Zoo life pollinators’. L’Italia guida un progetto europeo che punta a salvare gli impollinatori selvatici. A fare da capofila è il ‘Bioparco Zoom’ di Torino, primo parco zoologico italiano alla testa di un network che va dalla Svezia (Slottsskogen Zoo e Nordens Ark) alla Spagna (Oasis Wildlife Fuerteventura), dalla Croazia (Zagreb Zoo) alla Danimarca (Copenhagen Zoo), dall’Ungheria (Debrecen Zoo), alla Romania (Brasov Zoo). A questi si aggiungono l’università di Torino, l’università di Zagabria, la Fondazione Zoom e Smart Revolution.L’equilibrio degli ecosistemiIl declino degli insetti impollinatori – viene infatti spiegato – “non si ferma. E rischia di compromettere non solo l’equilibrio degli ecosistemi naturali, ma anche la produzione agricola europea, che da essi dipende per l’84% delle colture“. L’ultimo studio dell’Agenzia europea per l’ambiente classifica “come minacciato di estinzione il 9% delle api selvatiche, il 40% delle specie di sirfidi e registra una situazione critica per le 480 specie di farfalle“. Si tratta di “piccoli animali, che garantiscono biodiversità e cibo, oggi messi in pericolo dalla perdita di habitat, uso massiccio di pesticidi, cambiamento climatico e diffusione delle specie invasive”.La sinergia zoo e universitàIn questo quadro, comune a tutti i Paesi europei, sarà l’Italia a ricoprire un ruolo di primo piano fino al 2029, guidando questo progetto co-finanziato dall’Unione europea che riunisce 16 strutture in 9 Paesi. Il progetto Zoo life pollinators 2025-2029 ha preso il via oggi con una conferenza al dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi dell’università di Torino, alla presenza di tutti i partner del progetto. Primo obiettivo è intervenire sui 926 ettari complessivi degli zoo coinvolti, con la messa a dimora di alberi, arbusti ed erbacee utili agli impollinatori.I parchi zoologici sono situati per lo più in aree urbane e periurbane, ovvero nei territori più esposti alla perdita di biodiversità. Ma il progetto prevede anche la creazione di hub specializzati per la riproduzione degli impollinatori, lo sviluppo di metodologie condivise per il loro monitoraggio e programmi di citizen science rivolti a scuole e comunità locali. Con circa 5,5 milioni di visitatori ogni anno, gli otto zoo partner diventano luoghi privilegiati per la sensibilizzazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini. I dati scientifici e gli strumenti messi a punto saranno resi disponibili alla comunità scientifica internazionale in varie piattaforme open source, insieme a un repertorio di best practices per tutte le specie studiate.Un network contro la perdita di biodiversità“È la prima volta in cui un parco zoologico italiano guida un progetto europeo Life, e questo ci rende molto orgogliosi – spiega Umberto Maccario, ceo del Bioparco Zoom Torino – avremo l’opportunità di coordinare un ampio network di zoo, assumendo un ruolo centrale nell’inversione della tendenza al declino della biodiversità. Con Zoo life pollinators avvieremo una collaborazione internazionale che unirà ricerca scientifica, educazione e azioni concrete sul campo. Nostro compito sarà anche quello di indirizzare le attività di comunicazione e divulgazione, fondamentali per coinvolgere cittadini, scuole e istituzioni. Questo impegno si tradurrà nell’avvio di campagne di sensibilizzazione come il Pollinator awareness day, affiancato da iniziative di guerrilla gardening e citizen science. L’obiettivo è trasformare i milioni di visitatori degli zoo in ambasciatori della biodiversità”.La sfida delle specie selvaticheLa sfida riguarda soprattutto gli impollinatori selvatici dal momento che nell’immaginario collettivo quando si parla di impollinatori si pensa quasi esclusivamente alle api mellifere. Ma a essere vulnerabili sono invece le specie selvatiche europee: complessivamente 2mila api, 900 sirfidi, 480 farfalle e fino a 10mila falene: “Eroi silenziosi che garantiscono gran parte dell’impollinazione in Europa e permettono la riproduzione delle piante selvatiche e delle colture agricole”.Per collegare la ricerca scientifica all’attuazione sul campo, l’università di Torino sarà responsabile della componente scientifica del progetto, spiega Simona Bonelli, professoressa associata di Zoologia presso il dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi dell’università di Torino: “L’università definirà le misure agronomiche per il ripristino e la gestione della flora, monitorando al contempo gli effetti su api, farfalle e sirfidi. Questo lavoro supporta il co-design e la formazione del personale degli zoo, con il coinvolgimento diretto delle strutture nello stesso monitoraggio. Il nostro contributo innovativo è spostare l’attenzione dalla fauna esotica alle specie autoctone, valorizzando la continuità e la forza comunicativa degli zoo”.Questo articolo Zoo life, Italia guida il progetto per salvare gli impollinatori proviene da LaPresse