Nel giorno dell’esordio di Antonio Conte con il suo Napoli in Champions League, in una sfida di grande prestigio come quella in casa del Manchester City, si riunirà anche la Conferenza dei servizi della “Zes unica per il sud” (Zona Economica Speciale) sul progetto della società partenopea per un nuovo stadio al Caramanico nell’area di Poggioreale. La ZES è un’area geografica che copre tutte le regioni del Mezzogiorno d’Italia, istituita nel 2024 per attrarre investimenti e rilanciare la competitività del Sud del Paese.Come riporta l’edizione odierna de Il Mattino, a oggi il patron Aurelio De Laurentiis non ha presentato ancora controdeduzioni alle osservazioni del Comune sul suo progetto. Le criticità rilevate da Palazzo San Giacomo riguardano soprattutto l’ampiezza dei parcheggi – 8.000 posti auto che occupano una decina di ettari – e la sorte dei mercatali del Caramanico.Proprio per questo, in linea teorica, domani dovrebbe arrivare l’ufficialità del via libera al progetto di otto enti su nove, con la Conferenza che potrebbe già decidere o di bocciare il progetto oppure di validarlo, visto che vige la votazione a maggioranza. Ma è una ipotesi di scuola o poco meno. Non si può immaginare di fare un’opera così imponente e soprattutto impattante su tutta la città come uno stadio da 70mila posti con il parere contrario del Comune, visto che secondo il progetto, il nuovo stadio del Napoli sorgerebbe su territori comunale per circa 33 ettari.Il sindaco Gaetano Manfredi, parlando di questo progetto con il ministro per lo Sport e per i Giovani Andrea Abodi, è stato chiaro: «Il Comune non ha posizioni preconcette è aperto a tutto quello che concretamente fattibile». Ma proprio per questa posizione del Comune, la conferenza di domani, molto probabilmente, prenderà un significato interlocutorio sulla questione stadio. E questo anche perché la Zes ha ancora 30 giorni per decidere e potrebbe quindi fissare una nuova riunione, quella sì definitiva e decisoria, entro il 18 ottobre.In caso di approvazione del progetto da parte della Zes, il Napoli andrebbe a godere di un credito di imposta, vale a dire un robusto risparmio sulle tasse, fino al 50% per le spese di investimento e della semplificazione amministrativa con la “Certificazione unica”, cioè l’autorizzazione a costruire entro massimo 90 giorni. Questa autorizzazione può anche sostituire Varianti a Piani urbanistici fatta eccezione per la Variante paesaggistica che resta in capo alle Regioni. «La procedura di autorizzazione unica si avvale della conferenza semplificata, che prevede il dimezzamento dei tempi per le conferenze dei servizi. Decorso un termine, se non ci sono provvedimenti, l’autorizzazione si considera concessa», si legge nella normativa.Oltre alla questione nuovo stadio Napoli, rimane sul tavolo il futuro del Maradona, attuale impianto che ospita le partite casalinghe della società partenopea. E si tratta di un tema da affrontare con la massima attenzione vista anche la volontà del sindaco Manfredi di vedere Napoli fra le cinque città italiane che ospiteranno gli Europei nel 2032.Intanto, il Comune entro fine anno, secondo il cronoprogramma, metterà mano alla riapertura del terzo anello che fornirà ai tifosi ulteriori 10mila posti, garantendo allo stesso Napoli di avere a disposizione ulteriori incassi. Inoltre, Palazzo San Giacomo entro il prossimo luglio deve presentare alla UEFA il progetto definitivo con annessa fonte di finanziamento per il rifacimento del Maradona.Proprio per questo, il sindaco Manfredi ha inviato una lettera alla Regione, presieduta da Vincenzo De Luca che lascerà però il posto al nuovo presidente dopo le prossime elezioni, chiedendo fondi per 150 milioni. Una somma garantita al comune di Salerno, di cui De Luca fu sindaco prima di salire alla Regione, mentre al capoluogo campano non è ancora arrivato alcun sostegno economico. Proprio per questo Manfredi attende la fine delle elezioni per interfacciarsi con il nuovo presidente che, secondo i sondaggi, sarà Roberto Fico, sostenuto dal centrosinistra.