E adesso, paradossalmente, gli araldi dell’arcobaleno non invadono più la rete con il loro post Je Suis Charlie, come usavano fare qualche anno addietro al tempo dell’attentato orrendo contro la redazione di Charlie Hebdo. Ora che Charlie Kirk è stato brutalmente assassinato per le idee professate, i paladini della tolleranza liberale tacciono solennemente, o talvolta addirittura giubilano per la dipartita di un uomo, Charlie Kirk, la cui colpa era quella di avere idee diverse da quelle dominanti. Molte delle idee sostenute a viso aperto da Kirk erano indubbiamente sbagliate, per non dire grossolanamente ingenue, frutto di un vago e malfondato disagio rispetto alla civiltà a forma di merce. Ma questo non autorizza in alcun modo a godere della sua morte o a far finta che sia normale che un essere umano venga ammazzato barbaramente per le sue idee. Le idee false si combattono con le idee vere. E il contrario di falsità è verità, non censura o, peggio ancora, uccisione. Il cinismo della stampaGli articoli apparsi in questi giorni sui più letti e soprattutto più venduti quotidiani nazionali e internazionali liquidano l’uccisione del giovane americano in maniera sbrigativa, presentandolo ora come un “negazionista climatico“, ora come un diffusore di bufale sull’epidemia. Mai si fa riferimento al fatto che era un giovane padre di famiglia che lascia per sempre una moglie e dei figli. Talvolta sembra che il cinismo degli articoli si possa idealmente completare con l’ignobile conclusione «giustizia è stata fatta». Non è, invero, la prima volta che assistiamo all’emersione inqualificabile della insostenibile ipocrisia liberal-progressista. Quando venne vigliaccamente assassinata la figlia del filosofo Dugin, Daria Dugina, o quando vi fu il tentato omicidio ai danni del presidente disallineato slovacco Robert Fico, gli zelanti pretoriani dell’arcobaleno, dove erano, di grazia? Perché non spendevano una sola parola di condanna dell’accaduto? UE, che ipocrisiaAddirittura pare che l’Unione Europea si sia rifiutata di dedicare un minuto di silenzio al giovane americano barbaramente ucciso. Lo dico senza perifrasi edulcoranti: siamo disinvoltamente transitati dall’insostenibile leggerezza dell’essere all’insostenibile pesantezza della ipocrisia arcobaleno. Questo è non altro il tema fondamentale su cui è bene richiamare l’attenzione. Addirittura si sta quasi giustificando da più parti l’accaduto che è, e resta, del tutto ingiustificabile.RadioAttività, Lampi del pensiero quotidiano | Con Diego FusaroThe post Charlie Kirk e le “precisazioni” della stampa italiana che non tornano appeared first on Radio Radio.