Gio, 18 Set 2025Nella delibera, approvata ieri dalla giunta comunale di Milano, è presente un paragrafo dedicato a questa eventualità.DiLuca CosentiniCondividi l'articolodocumentiSan Siro (Foto: Francesco Scaccianoce/Getty Images)«L’approvazione della delibera in giunta è un passaggio importante. Attendiamo nella prossima settimana il responso del consiglio comunale. Sarà l’ultimo atto e speriamo bene». Con queste parole il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha accolto il via libera alla delibera sulla vendita di San Siro ai nerazzurri e Milan.Ma come sottolineato dal numero uno dell’Inter, c’è ancora un passo da compiere, quelle definitivo, che passa dal via libera del Consiglio comunale, i cui numeri per la maggioranza guidata da Giuseppe Sala sono tutt’altro che blindati. Ma cosa succederebbe se in Consiglio la delibera non passasse? Quali sarebbero le conseguenze?A rispondere a queste domande ci pensa direttamente la stessa delibera approvata dalla giunta comunale e consultata da Calcio e Finanza. Infatti, è presente nelle oltre 150 pagine un paragrafo intitolato “Possibili conseguenze della mancata realizzazione dell’Operazione”, in cui viene sottolineato:«Senza pretesa di esaustività, nel presente paragrafo si presentano alcune possibili conseguenze economiche, funzionali e urbanistiche derivanti dalla mancata cessione del Compendio Immobiliare, anche a seguito dell’apposizione del vincolo da parte della Soprintendenza ai sensi del D.Lgs. 42/2004 in vigore dal 10 novembre 2025, che di fatto limiterà la possibilità di una rifunzionalizzazione e/o demolizione dello Stadio Meazza, e dalla mancata realizzazione del Nuovo StadioIn relazione alle conseguenze economiche, con la scadenza della Concessione, è verosimile che le Squadre cessino di utilizzare lo Stadio Meazza, in quanto dalle stesse più volte pubblicamente ritenuto inadeguato rispetto agli standard richiesti da squadre di calcio di livello internazionale. Oltre tale data, è verosimile che il Comune di Milano non percepirà più un canone concessorio, mentre continuerà a sostenere i costi di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria».«Come già in precedenza evidenziato, lo Stadio Meazza, infatti, verrebbe utilizzato prevalentemente per eventi e competizioni sportive minori, con conseguente minor rendimento economico. Il mantenimento dello Stadio Meazza in condizioni di esercizio, anche solo parziale, comporta costi di gestione e manutenzione ordinaria notevoli (nella Stima AdE59 a Pag. 49 si indica un ultimo importo sostenuto pari €5.121.062,2760), ai quali, data la vetustà della struttura, è ragionevole ipotizzare che si aggiungano crescenti costi di manutenzione straordinaria. Tali oneri ricadranno sul bilancio comunale, a fronte di ricavi potenziali al più in linea con i costi (si veda il Punto 37)».Inoltre, viene menzionata la situazione attuale in vista di EURO 2032 che «a seguito della decisione del Comitato Esecutivo UEFA di assegnare all’Italia (insieme alla Turchia) l’organizzazione dei campionati europei di calcio UEFA EURO 2032, risulta strategico disporre di stadi conformi agli standard internazionali in termini di capienza, servizi, sicurezza e accessibilità. Secondo quanto emerso da numerose notizie di stampa in data 18 luglio 2025, lo Stadio Meazza è risultato privo di tali requisiti, rendendolo di fatto inidoneo a ospitare le partite del torneo e privando Milano di una vetrina internazionale e dei benefici economici e d’immagine a essa connessi. La mancata realizzazione dell’Operazione non favorisce la riqualificazione dell’area, con effetti di vario genere.A livello micro-territoriale:permarrebbe l’attuale situazione con la presenza di un’ampia area cementificata che costituisce un’isola di calore urbana di rilevante dimensione;lo Stadio Meazza potrebbe non essere riqualificato, venendo meno i principali utilizzatori (le Squadre);la mancata realizzazione dei circa 80.000 mq di Parco Pubblico previsto dalla Convenzione Quadro.A livello macro-territoriale verrebbe meno il volano economico derivante dagli investimenti per l’intervento di rigenerazione urbana e per la costruzione del Nuovo Stadio.Inoltre, viene specificato come «le Società hanno già considerato alternative localizzative per la costruzione di nuovi stadi. La mancata cessione del Compendio Immobiliare, pertanto, potrebbe comportare un maggiore consumo di suolo con impatti ambientali negativi in aree extraurbane non densamente costruite, in contrasto con gli obiettivi di contenimento del consumo di suolo e di rigenerazione urbana previsti dalla normativa regionale e dai documenti di pianificazione comunale attualmente vigenti.Lo spostamento degli eventuali nuovi impianti sportivi in comuni limitrofi (come, per esempio, Rozzano o San Donato Milanese) comporterebbe:un effetto di “delocalizzazione” con perdita per Milano dell’indotto economicogenerato dalle partite (ospitalità, trasporti, commercio)minori presenze turistiche e una riduzione dell’attrattività internazionale della cittàla rinuncia alla governance diretta di un’infrastruttura di rilevanza metropolitanamaggiori complessità nella gestione della viabilità, del trasporto pubblico e della sicurezza»«In conclusione – si legge –, nella scelta relativa alla cessione del Compendio Immobiliare, è opportuno tenere in considerazione anche lo scenario di mancata realizzazione, con il conseguente impatto alla scala micro e macro-territoriale».Developed by 3x1010