Colombia. Washington “decertifica” Bogotà: cooperazione indispensabile, ma fiducia in crisi

Wait 5 sec.

di Giuseppe Gagliano – La decisione dell’amministrazione Trump di “decertificare” la Colombia per il mancato rispetto degli impegni nella lotta al narcotraffico rappresenta una mossa politica di grande rilievo. Non si tratta di un taglio agli aiuti: Washington continuerà a fornire fondi e supporto militare, consapevole che il Paese resta l’argine principale contro il flusso di cocaina verso il Nord America. Ma il messaggio è chiaro: la Casa Bianca considera la strategia di Gustavo Petro inefficace, se non controproducente, e chiede un cambio di rotta.La Colombia resta il primo produttore mondiale di cocaina, responsabile di quasi i due terzi della produzione globale. Petro ha puntato su un approccio negoziale con gruppi narco-terroristici e sullo sviluppo alternativo, ma gli Stati Uniti sostengono che il risultato sia stato un record di coltivazioni e di esportazioni illegali. Il presidente colombiano ha difeso la propria linea, ricordando le perdite subite da militari e civili e rivendicando l’impegno del Paese. La delegazione inviata a Washington a inizio settembre mirava proprio a dimostrare che Bogotá è ancora in prima linea contro i cartelli, ma non è bastato a evitare la censura americana.Washington sa che un disimpegno totale aprirebbe la strada a un’espansione incontrollata del narcotraffico, con ricadute dirette sulla sicurezza USA e regionale. Per questo mantiene il sostegno finanziario e militare, inclusi programmi di addestramento e forniture di equipaggiamenti. Ma il rischio è che la tensione politica eroda la fiducia reciproca e complichi la pianificazione congiunta di operazioni. Per i cartelli, ogni frizione tra Washington e Bogotá è un’opportunità per consolidare i propri canali logistici.Per Petro, la sfida è duplice: rassicurare l’opinione pubblica interna sulla difesa della sovranità nazionale e allo stesso tempo evitare di compromettere la cooperazione con l’alleato più potente. La Colombia è legata agli Stati Uniti non solo in materia di sicurezza, ma anche sul piano economico e commerciale. Un raffreddamento delle relazioni potrebbe avere effetti negativi sugli investimenti, sul commercio e sul sostegno internazionale in sedi multilaterali.La decisione americana si inserisce in un quadro più ampio: insieme alla Colombia, Washington ha messo sotto osservazione Afghanistan, Bolivia, Myanmar e Venezuela. È un segnale che la guerra globale alla droga resta una priorità strategica e che la Casa Bianca intende usare la leva della “decertificazione” per orientare le politiche dei partner. Nel caso colombiano, la posta in gioco è più alta: la caduta della cooperazione antidroga rischierebbe di destabilizzare non solo Bogotá, ma l’intero equilibrio regionale, aprendo spazi a nuovi attori come il Messico e le reti criminali transnazionali.La relazione tra Stati Uniti e Colombia vive una fase di attrito che potrebbe evolvere in due direzioni opposte: un rilancio della cooperazione, con più trasparenza e coordinamento, oppure un progressivo logoramento che indebolirebbe entrambi i Paesi. Per Petro, il momento è critico: deve mostrare di saper conciliare l’approccio sociale alla lotta alla droga con i risultati concreti che Washington pretende. Per Trump, è una partita di prestigio politico: dimostrare che la linea dura produce risultati e che l’America resta il perno delle strategie di sicurezza emisferica.