Il fisco vuole l’accesso ai database della fattura elettronica e all’anagrafe dei conti correnti degli evasori fiscali. Si tratta di una proposta della Commissione tecnica sulla riscossione che si trvoa nella relazione inviata alla Conferenza Unificata delle regioni. Il responso è atteso per la prossima settimana. Il Sole 24 Ore fa sapere che nelle 39 pagine del testo i tecnici dell’ex magistrato della Corte dei Conti Roberto Benedetti spiegano di aver voluto individuare meccanismi sistematici e coerenti con i criteri per il discarico automatico delle cartelle dopo cinque anni. La questione impone all’ente creditore una decisione sulle cartelle non incassate.I buchi nella riscossioneSecondo i dati sono 408,47 i miliardi di tasse non riscosse. E 1.272,9 miliardi di entrate fiscali, previdenziali e locali si sono perse per strada fra 2000 e 2024. Secondo gli esperti occorre riformare le regole per evitare che le inefficienze e gli automatismi portino a una via di fuga strutturale dagli obblighi tributari. Per questo la proposta è quella di attuare un maxidiscarico sui 407 miliardi di euro, ovvero il 32% del magazzino residuo. In primo luogo i crediti 2000-2024 «discaricabili perché giuridicamente non più esigibili» in quanto riferiti a persone fisiche decedute (35,69 miliardi), società cancellate dal registro imprese e prive di coobbligati (166,73 miliardi), soggetti con procedura concorsuale chiusa (65,22 miliardi) e altri crediti prescritti (70,39 miliardi).I crediti inesigibiliA questi dovrebbero aggiungersi altri 70,44 miliardi tra il 2000 e il 2010 che sono vivi sul piano giuridico ma risultano senza prospettive di riscossione. L’Erario dovrebbe rinunciare a 347 miliardi, l’Inps a 38, i comuni a 5,1 e gli altri enti a 3,2 miliardi. Questo cancellerebbe le posizioni di 9,2 milioni di contribuenti, che si vedrebbero annullare 27,6 milioni di cartelle in cui sono iscritti 42,9 milioni di crediti. Per ogni contribuente in media si abbuonerebbero 44 mila euro. Poi però arriverebbe la revisione della governance dell’Agenzia delle Entrate. Puntando sui cinque «principi di tempestività, compliance, prioritizzazione, differenziazione e sistematicità».Le cartellePer questo «sarebbe opportuno prevedere» che l’agente della riscossione possa bussare in banca non solo per conoscere l’esistenza o meno del conto corrente, come accade ora. Ma «anche la sua consistenza attuale». Pur «con le necessarie cautele» in fatto di privacy. Poi l’agenzia dovrebbe poter sfruttare in pieno «i dati della fatturazione elettronica per avviare procedure mirate di pignoramento dei crediti da rapporti commerciali intrattenuti dal soggetto debitore con soggetti terzi». Infine, «andrebbe superata l’attuale complessità degli adempimenti propedeutici all’avvio delle procedure di recupero coattivo». Ovvero pignoramenti e altre azioni esecutive.L'articolo Il fisco vuole l’accesso aperto ai conti correnti degli evasori fiscali proviene da Open.