L’intervento di Enzo Porpiglia, coordinatore Emergenze e responsabile missione Palestina e territori occupati per Medici Senza Frontiere, alla Festa del Fatto Quotidiano, pochi giorni fa, durante uno degli incontri più partecipati, quello su Gaza che tra gli ospiti aveva la Relatrice Speciale Onu Francesca Albanese. (rivedi qui l’incontro integrale)Porpiglia nell’ultimo anno e mezzo ha visitato Gaza più volte. E proprio pochi giorni fa è rientrato da alcune riunioni operative sui dettagli dell’operazione che l’Idf ha iniziato a Gaza City: “Il governo israeliano ha annunciato un’evacuazione di 800 mila persone ammassate in 14 chilometri quadrati. Hanno chiesto loro di trasferirsi in una fantomatica città umanitaria. Non credeteci…”.“Volevo condividere con voi il lavoro dietro le quinte di Medici Senza Frontiere. Se domani veniste con me a una riunione, sentireste esattamente quello che sto per raccontarvi. Vi dirò cosa succede a Gaza City e quali sono le preoccupazioni che abbiamo”, ha esordito, spiegando che questo tipo di comunicazioni è solito farlo a “persone che hanno il potere di riportare queste informazioni a chi dovrebbe impedire che ciò che sta accadendo continui ad avvenire”.Il coordinatore per le emergenze dell’organizzazione no profit denuncia la strategia dell’esercito israeliano: “Stanno tentando di costringere una popolazione a spostarsi con la forza attraverso un’operazione che coinvolge circa 2.000 soldati e 100 veicoli blindati. Occuperanno quell’area e la trasformeranno in un quadrato chiamato death zone, a cui nessuno potrà accedere. Chiunque si avvicini verrà colpito e ucciso. Da lì passeranno al blocco successivo, e poi ancora a quello dopo, finché non avranno ridotto le persone al limite della sopravvivenza“.Infine, Enzo Porpiglia prevede quella che, secondo lui, sarà la seconda fase dell’esercito di occupazione israeliano a Gaza: “Presto cominceranno a dire che il cibo sta entrando a Gaza, inizieranno a dire che arrivano aiuti umanitari. Ma entreranno soltanto ed esclusivamente nei luoghi dove vogliono attrarre la popolazione, con l’idea che verrà aiutata. I palestinesi sanno benissimo che non ci sarà nessuna città umanitaria. Li attireranno in una gabbia dove c’è del cibo, mentre l’esercito israeliano starà alle loro spalle”.Porpiglia chiude con una domanda: “Cosa significa oggi restare in silenzio davanti a quello che sta accadendo a Gaza? I governi che hanno il potere di agire cosa si chiedono quando dicono: Aspettiamo ancora un po’?”.L'articolo Porpiglia (Msf): ‘’Ecco cosa non vi hanno detto dell’invasione finale a Gaza City. Vogliono ridurre i palestinesi alla sopravvivenza” proviene da Il Fatto Quotidiano.