Il Centre Pompidou di Parigi chiude per cinque anni: 460 milioni di euro per rimettere a nuovo la struttura di Renzo Piano e Richard Rogers

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Il Centre Pompidou di Parigi, l’iconico edificio dall’architettura tubolare multicolore, forte di cinque milioni di visitatori nel 2024, chiude i battenti dal 22 settembre per cinque anni per ristrutturazione. Progettato come un luogo “aperto a tutti” da Renzo Piano e Richard Rogers e inaugurato nel 1977, si estende su nove livelli accessibili tramite scale mobili, svuotati per i lavori. Il centro di arte e cultura contemporanea sarà oggetto di un ampio intervento di restauro dal costo stimato di 460 milioni di euro che durerà fino al 2030.Il Beaubourg – come affettuosamente lo chiamano i parigini – non è solo un museo: è un cuore pulsante della creatività multidisciplinare, ospitando arti visive, musica, cinema, performance e una delle biblioteche pubbliche più frequentate di Francia. A salutare simbolicamente la chiusura, la grande retrospettiva “Wolfgang Tillmans: Nothing could have prepared us – Everything could have prepared us”, allestita su oltre 6.000 metri quadrati. L’esposizione, pensata proprio in vista della sospensione delle attività, occupa anche gli spazi della Bibliothèque Publique d’Information e invita a riflettere sul rapporto tra opera d’arte, architettura e sapere condiviso.I lavori di ristrutturazione, finanziati per 280 milioni dallo Stato e per i restanti 180 milioni privatamente (di cui 100 già reperiti come annunciato dal presidente Laurent Le Bon), sono affidati allo studio francese Moreau Kusunoki in collaborazione con la messicana Frida Escobedo: l’obiettivo è quello di fare un “lifting” all’imponente struttura. Saranno rimossi materiali pericolosi come l’amianto, verrà rinforzata la struttura contro la corrosione, ottimizzata l’efficienza energetica e migliorata l’accessibilità.L'articolo Il Centre Pompidou di Parigi chiude per cinque anni: 460 milioni di euro per rimettere a nuovo la struttura di Renzo Piano e Richard Rogers proviene da Il Fatto Quotidiano.