«Stavo costruendo un castello di sabbia con una delle mie tre bambine quando sono comparse due persone». Ha dell’incredibile quanto accaduto a Ovidiu Andronache, un 42enne di origini romene che ha trascorso quasi un mese in cella per uno scambio di persona. All’origine dell’errore c’è uno stratagemma organizzato da un criminale vero, suo connazionale e coetaneo, di nome Viorel Lungu, condannato in via definitiva per furto a Pistoia nel 2013. Lungu ha usato come alias proprio il nome del connazionale, che vive a Iasi e lavora in un’azienda di materiale elettrico. E lo scorso 23 agosto, mentre si trovava con la moglie e le tre figlie in spiaggia a Caorle, è stato arrestato.I cinque compagni di cella «Sono stato trasportato in prigione in manette come se fossi un criminale», racconta in un’intervista al Corriere del Veneto Andronache, che nel frattempo è stato scarcerato ed è tornato a casa. «I carabinieri di Caorle non si sono comportati bene, hanno imprecato, parlato male, non hanno avuto alcuna umanità», aggiunge il 42enne. L’uomo racconta di essere stato messo in una cella con sei persone, ma la consapevolezza di essere innocente lo ha aiutato a gestire la paura: «I sentimenti che ho provato sono difficili da esprimere, posso dire che solo Dio è stata la mia forza, attraverso la preghiera. E poi avere altre 5 persone vicino a me… abbiamo parlato molto e questo mi ha aiutato».Il precedente del 2014 a BolognaAd Andronache sono state concesse due visite a settimana, che gli hanno permesso di vedere moglie e figlie. Al Corriere, il 42enne dice di non avere idea di chi sia Lungu (il criminale che ha usato il suo alias): «Non l’ho mai incontrato e mi chiedo dove e come abbia ottenuto i miei dati. Voglio scoprirlo. So che è stato estradato in Romania». Già nel 2014, Andronache ebbe problemi all’aeroporto di Bologna per una situazione simile a quella che si è verificata in spiaggia a Caorle, ma in quell’occasione non fu arrestato.Nessun rancore verso la giustizia italianaIl 42enne rumeno dice di non essere arrabbiato con il sistema giudiziario italiano: «Sono fermamente convinto che le autorità italiane abbiano capito esattamente di aver commesso un grave errore e che pagheranno di conseguenza. Ma non provo rabbia o alcun tipo di risentimento per la giustizia italiana o per questo Paese. Desidero solo con tutto il cuore che questo terribile errore non si ripeta mai più per nessuna persona al mondo».L'articolo Venezia, il 42enne arrestato per errore in spiaggia: «Stavo facendo i castelli di sabbia con le mie bimbe» proviene da Open.