Meloni attacca i “sedicenti antifascisti” per il post su Kirk, poi evoca le BR e il ’68: “Liberare la scuola dall’oppressione di sinistra”

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“Le minacce si moltiplicano man mano che dimostriamo di saper governare questa nazione, ma non abbiamo paura“. La premier Giorgia Meloni comincia il suo intervento a Fenix, la festa di Gioventù nazionale, la formazione giovanile di FdI, subito nel segno di Charlie Kirk e della presunta violenza contro la destra, in Italia e nel mondo. La presidente del Consiglio arriva perfino a rievocare le Brigate Rosse e le riforme post Sessantotto in ambito scolastico: “Non ne possiamo più dei disastri del ’68, il 6 politico, una meritocrazia fondata su una distorta idea di uguaglianza”. E ancora: “Scuola e università devono essere liberate dalla gabbia oppressiva in cui la sinistra le ha tenute per troppo tempo”. Poi di nuovo le presunte minacce, con il riferimento a Sergio Ramelli: “Non abbiamo avuto paura ai tempi in cui potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per aver scritto un tema sulle Brigate rosse e non abbiamo paura oggi. Non abbiamo paura oggi. Non avremo paura domani perché tutto questo ci ha sempre e solo reso più consapevoli e più coraggiosi”.“Siete uno spettacolo“, esordisce la premier e leader di FdI sul palco di Fenix. Il richiamo all’omicidio Kirk è immediato: “Qualche giorno fa nessuno dei moralizzatori che hanno riempito le pagine di commenti su di voi ha ritenuto di dover dire mezza parola sull’ignobile post pubblicato da sedicenti antifascisti che esibiva l’immagine di Kirk a testa in giù, con la scritta -1 e a buon intenditor poche parole. Tutti zitti, non ci facciamo fare la morale da questa gente”. E ancora: “Sono altri che sono stati cresciuti con l’idea che chi è diverso da te andava abbattuto, noi non siamo mai stati così. Era così anche Charlie Kirk, per questo la sua morte ha creato indignazione in tutto il mondo e ha fatto riflettere“.Poi, di fronte ai giovani del partito, Meloni dedica ampio spazio al tema della scuola: “Il merito è l’unico vero ascensore sociale, se viene accompagnato dall’uguaglianza nel punto di partenza. La sinistra sessantottina ha provato a far scomparire la parola dal vocabolario, noi l’abbiamo messa al centro dell’azione di governo, nella scuola, nell’università e nel lavoro”. Con la riforma della Maturità, prosegue la premier, “se ti rifiuti di sostenere una delle prove di esame vieni bocciato: se fai volontariamente scena muta, magari perché pensi di portare avanti così chissà quale battaglia politica, poi devi ripetere l’anno. Perché il compito della scuola è insegnare, ma anche accettare il giudizio, rispettare le regole, e insegnare che a ogni cosa che fai seguono delle conseguenze“.La rievocazione del ’68 passa dalla scuola alla politica: “Non abbiamo avuto paura ai tempi in cui potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per aver scritto un tema sulle Brigate rosse e non abbiamo paura oggi”. Per Meloni “essere coraggiosi in questo tempo è sempre più significa prima di tutto non avere paura di dire la verità, chiamare le cose con il loro nome, con chiarezza, senza giri di parole. Ed è quello che stiamo tentando di fare”. La premier continua con gli attacchi alla sinistra: “L’odio non è finito con la morte di Charlie Kirk. Abbiamo avuto un fior fiore di commenti di questi sedicenti intellettuali che ci spiegavano che ‘non riescono ad accodarsi al coro morale di chi dice qualsiasi vita umana va rispettata’. In fondo vuol dire che la loro vita vale più della nostra, che la vita di chi la pensa come loro vale più di quella di chi la pensa come noi. Qui abbiamo una semplice diapositiva, non della sinistra italiana, proprio della sinistra mondiale. Non saremo mai come loro”.La presidente del Consiglio aggiunge: “Continueremo a lavorare, continueremo a dimostrare con la logica quanto le loro tesi siano spesso assurde, a non avere paura del tentativo di demonizzarci perché non sanno rispondere nel merito, non avremo paura dei tentativi di censura, degli insulti“. Poi, dopo circa venticinque minuti del suo intervento sul palco di Fenix, la chiusura con una battuta sul derby: “Vado a conclusione perché c’è una partita importante e non voglio fare la fine di Fantozzi con ‘La corazzata Potëmkin’ e le radioline“. Dalla platea una ragazza urla “Forza Lazio” e Meloni replica sorridendo: “Stai calma”. Vincerà al Roma per 1 a 0.L'articolo Meloni attacca i “sedicenti antifascisti” per il post su Kirk, poi evoca le BR e il ’68: “Liberare la scuola dall’oppressione di sinistra” proviene da Il Fatto Quotidiano.