Preghiere e migliaia di candele a Sant'Egidio per la pace a Gaza

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AGI - Questa sera la Basilica di Santa Maria in Trastevere non è riuscita a contenere la folla di fedeli, comunità e movimenti che hanno risposto all'invito della Comunità di Sant'Egidio per una preghiera dedicata a Gaza. A presiedere la celebrazione il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha voluto dare voce alla speranza di pace in una città martoriata dalla violenza.A introdurre l'incontro è stato il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, che ha sottolineato la necessità di non arrendersi alla guerra e di sostenere chi soffre sotto le bombe. Subito dopo ha preso la parola il cardinale Bassetti, che ha definito la basilica gremita di fedeli come una "piccola cappella" per la moltitudine di persone accorse: segno concreto, ha detto, che "la violenza può e deve essere fermata".Il porporato ha richiamato le parole di Papa Francesco sui tanti movimenti e piazze che si stanno mobilitando per Gaza, ribadendo che "nonostante tutto, la speranza non arretra". Ha poi ricordato con forza che "beati sono gli afflitti - coloro che sono rimasti a Gaza. Infelici sono coloro che non provano compassione". Momento particolarmente toccante è stata la lettura di alcuni versi scritti da una madre di Gaza: "Una madre a Gaza non piange, attende che sia finito il rombo degli aerei per liberare il respiro". Versi che hanno commosso l'assemblea, restituendo il dramma quotidiano vissuto da tante famiglie. Il cardinale ha anche evocato la lezione di Giorgio La Pira, ricordando che "il politico autentico è colui che si fonde nella cultura del suo popolo", e citando Martin Buber per ribadire che i politici devono imparare ad ascoltarsi, affinché i popoli possano seguirli. "È questo il momento - ha concluso Bassetti - di forzare l'aurora, perchè noi sappiamo che l'aurora viene".   La preghiera si è chiusa con un videomessaggio del patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha voluto ringraziare quanti, a Roma come in altre città del mondo, continuano a invocare la pace e a tenere accesa la luce della solidarietà. Ha concluso la preghiera l'accensione di migliaia di candele, una per ogni partecipante "per cominciare a forzare l'aurora".Pizzaballa, siamo affranti e profondamente feriti"Siamo affranti, profondamente feriti da quello che stiamo vivendo, dal clima di odio che ha creato questa violenza e che a sua volta crea altro odio in un circolo vizioso che non si riesce a spezzare". Cosi' il Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa in un messaggio video diffuso durante la veglia per la pace a Gaza nella Basilica di Santa Maria presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti promossa dalla Comunità di Sant'Egidio, con Acli, Agesci, Azione Cattolica Italiana, Comunione e Liberazione, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cooperativa Auxilium, Movimento Cristiano dei Lavoratori, Movimento dei Focolari, Movimento Politico per l'Unità, OFS Ordine Francescano Secolare, Rinnovamento nello Spirito Santo, Unione Superiori Generali Uisg."Il momento è duro. Io sono qui da 35 anni e un momento così duro non l'ho mai visto", ha sottolineato Pizzaballa. Ma oltre "agli estremisti dell'una e dell'altra parte" "vedo anche tanti miti, tante persone che si mettono in gioco, che amano la giustizia e che pagano un prezzo personale"."Israeliani, palestinesi, ebrei, cristiani e musulmani, non è una questione di appartenenza ma di umanità. Questo - ha aggiunto il porporato - mi fa sperare che anche qui, non so come e non so quando" si possa "poco alla volta creare quel tessuto sul quale si potrà ricostruire il futuro"."Dobbiamo sperare nel Signore e continuare a fare la giustizia, fare la verità con amore verso tutti. È quello a cui siamo chiamati, è quello che dobbiamo, dobbiamo tutti in qualche modo cercare di difendere. La giustizia, la verità, ma anche l'amore per tutti".A inizio veglia, il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, citando Giorgio La Pira ha scandito: "Noi crediamo che la preghiera abbia una forza storica, pacifica, non violenta che può smuovere i cuori perché finisca la guerra, finisca l'occupazione, finiscano le violenze e i bombardamenti, siano rilasciati gli ostaggi, si ritorni al rispetto internazionale in quella terra"."Preghiamo per tutte le vittime della guerra, per tutti i sofferenti particolarmente per i bambini, le donne e gli anziani".