La nuova Farnesina riparte dagli ambasciatori. L’invito di Meloni

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Da un lato un frangente storico molto complesso, segnato da tensioni profonde e passaggi cruciali, “che incideranno sul nostro presente e sul nostro futuro”. Dall’altro la centralità ritrovata dell’Italia nello scacchiere internazionale, che ha come obiettivo la coesione del rapporto transatlantico e l’integrazione europea “che non penalizzi la competitività e la prosperità delle nostre Nazioni”. Questa la doppia traccia seguita da Giorgia Meloni nel suo messaggio alla diciottesima Conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici in corso alla Farnesina. Un appuntamento a cui è presente quest’anno Kristalina Georgieva, direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale e che si inserisce all’interno della riforma della Farnesina a cui sta lavorando il governo.Come si presenta l’Italia a questi appuntamenti? Meloni non ha dubbi: “Con una ritrovata consapevolezza, e una rinnovata centralità che le viene riconosciuta da tutti”. Il riferimento è al fatto che Roma è parte attiva nelle grandi decisioni globali e nelle principali crisi geopolitiche in corso, dall’Ucraina al Medio Oriente, forte di quelle caratteristiche che sono da sempre incise nel nostro Dna: “il dialogo, la capacità di confrontarsi con tutti, il rispetto per il proprio interlocutore. Caratteristiche che connotano da sempre la nostra tradizione, e che ci consentono di esercitare al massimo la nostra influenza e di difendere con efficacia i nostri interessi nazionali”. Non solo. Secondo Meloni la voce italiana è tornata ad essere ascoltata in Europa e in Occidente. “Perseguiamo la coesione del rapporto transatlantico e lavoriamo per un’integrazione europea che non penalizzi la competitività e la prosperità delle nostre Nazioni. Stiamo lavorando per restituire al Mediterraneo la centralità che la storia e la geografia attribuiscono a questo spazio politico”.Ma l’Italia è da sempre il punto di “connessione tra Occidente e Oriente, tra Europa e Asia, tra Nord e Sud del mondo: questa è la nostra identità profonda”, che si traduce nello status che il governo sta “valorizzando ad ogni livello, per creare ponti e opportunità di crescita condivisa”. Principale punto di caduta è il Piano Mattei per l’Africa, che dopo 12 mesi può vantare un obiettivo raggiunto: ovvero l’aver trasformato questa iniziativa italiana in una strategia europea e internazionale. Meloni lo ricorda, perché è stato grazie al prezioso contributo degli ambasciatori se oggi il Piano Mattei è una realtà operativa che produce risultati concreti e che può vantare sinergie strutturate con l’Unione europea, il G7, l’Unione Africana e le Istituzioni internazionali.“È un traguardo che ci spinge a fare ancor di più e ancor meglio, anche rivolgendo il nostro sguardo verso altre direttrici”. Questa la ragione per cui il premier ripercorre le recenti iniziative internazionali a cui è stata presente, come il Vertice di Cooperazione del Golfo, dove sua presenza è stato “un fatto storico, che ci ha inorgoglito e ci ha affidato una grande opportunità: costruire un nuovo formato di dialogo e cooperazione tra le Nazioni del Golfo e quelle del Mediterraneo”. Nel 2026 l’Italia organizzerà con i partners un prossimo Vertice “Consiglio di Cooperazione del Golfo – Mediterraneo”, così come, assicura il premier, proseguirà nel rafforzamento delle relazioni l’America Latina, “dove vive una parte significativa di quell’Italia fuori dall’Italia che è sempre nel nostro cuore e alla quale siamo indissolubilmente legati”.Poi fa un passaggio di proiezione, quando sottolinea un passaggio preciso: “La politica estera, lo sapete meglio di me, è politica interna. Ogni scelta ha un impatto sul benessere, sul lavoro, sulla ricchezza della nostra Nazione. Questa è la visione alla base della riforma della Farnesina, che il Governo ha voluto per dare ancor più forza al lavoro del governo a sostegno della crescita e dell’export, che è uno dei pilastri del nostro PIL”. Ecco il progetto: la riforma della Farnesina che “cambierà pelle, si aggiornerà davanti alle nuove sfide, ma il vostro ruolo rimarrà decisivo, perché voi siete il biglietto da visita della credibilità della nostra Nazione nel mondo, siete il punto di riferimento primario dei nostri connazionali all’estero, rappresentate il volto del nostro popolo”.Una nuova fase, dunque, dove il contributo degli ambasciatori sarà perno imprescindibile, da qui un invito: “Non abbiate paura di osare, e di rompere gli schemi. C’è il rischio di sbagliare? Certo che sì, ma è proprio questo che la nostra missione ci chiede di fare. Affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ciò che è giusto a ciò che è utile: questo è quello che i nostri connazionali si aspettano da noi, e che noi dobbiamo saper interpretare”.