Orme di dinosauro scoperte sullo Stelvio. Fontana: “Dono inatteso in vista di Milano-Cortina 2026”

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Nel cuore delle Alpi, tra Livigno e Bormio, la storia ha deciso di fare la sua comparsa senza chiedere permesso. Nella Valle di Fraele, nel Parco Nazionale dello Stelvio, su pareti di dolomia quasi verticali e a quota elevata, sono state individuate camminate di dinosauri lunghe centinaia di metri e composte da migliaia di impronte risalenti a circa 210 milioni di anni fa, alla fine del Triassico. Foto, video e prime evidenze geo-paleontologiche sono stati presentati per la prima volta a Palazzo Lombardia, con il materiale raccolto anche dal Nucleo Carabinieri ‘Parco dello Stelvio’ di Valdidentro. Secondo le analisi condotte dal Museo di Storia Naturale di Milano e dall’Università di Bergamo per conto del Parco, si tratta del più importante giacimento europeo di tracce fossili triassiche.Orme di Prosauropodi risalenti al Triassico Superiore, fotografate nel nuovo sito paleontologico scoperto da Elio Della FerreraUna scoperta importante alla vigilia delle OlimpiadiUna scoperta che arriva mentre il territorio si prepara alle Olimpiadi Milano-Cortina, con Livigno e Bormio tra le località destinate a ospitare gare e appuntamenti legati ai Giochi: una coincidenza che le istituzioni lombarde leggono come un ponte simbolico tra il passato remoto della montagna e il futuro dell’evento sportivo. La scoperta porta una data e un nome. Domenica 14 settembre 2025 il fotografo naturalista Elio Della Ferrera, in escursione nella Valle di Fraele per fotografare cervi e gipeti, nota al binocolo un versante roccioso con strati esposti quasi in verticale, attraversati da numerose depressioni. Alcune arrivano fino a 40 centimetri di diametro, altre si dispongono in file parallele. Decide di avvicinarsi, risale un pendio ripido e, raggiunta la base dell’affioramento, si trova davanti a centinaia di orme fossili, con tracce nette di dita e artigli. Il giorno successivo contatta Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, già conosciuto per una collaborazione precedente.La scoperta casualeLe prime immagini sul telefono bastano per sciogliere ogni dubbio: sono orme di dinosauro mai segnalate prima in quell’area. La scoperta viene comunicata alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, che avvia un gruppo di lavoro insieme al Museo e al Parco. Prima delle nevicate viene effettuato un sopralluogo con il supporto del Nucleo Carabinieri Parco-Valdidentro, del personale scientifico del Parco e dello stesso Della Ferrera. Nelle verifiche vengono coinvolti anche l’icnologo Fabio Massimo Petti, esperto di orme di dinosauro, e il geologo Fabrizio Berra dell’Università di Milano, conoscitore della geologia locale. Le impronte, spiegano i ricercatori, sono conservate in rocce dolomitiche del Triassico superiore. La posizione attuale degli strati, quasi verticale, non è quella originaria: è il risultato delle deformazioni che hanno portato alla formazione delle Alpi. Quando quelle superfici erano piane, tra 227 e 205 milioni di anni fa, erano ambienti di mare basso con piattaforme carbonatiche e piane di marea estese per centinaia di chilometri, simili a scenari tropicali moderni lambiti dalle acque dell’Oceano Tetide. Lì i dinosauri camminavano su fanghi calcarei, lasciando impronte poi ricoperte da sedimenti e conservate fino a oggi, riemerse con il sollevamento alpino e l’erosione. Le orme più numerose hanno forma allungata e rimandano in gran parte ad animali bipedi. Gli indizi portano al PlateosauroIn quelle meglio conservate si distinguono almeno quattro dita. In alcuni punti, davanti alle impronte dei piedi, compaiono anche segni più piccoli e più larghi attribuibili alle mani, come se gli animali si fossero fermati e avessero appoggiato a terra gli arti anteriori. Le piste vengono attribuite a dinosauri prosauropodi, erbivori dal collo lungo considerati antenati dei grandi sauropodi del Giurassico. Per le orme, precisano gli studiosi, si usano nomi diversi rispetto a quelli degli scheletri: tra le classificazioni possibili compaiono Tetrasauropus, Pseudotetrasauropus, Pentasauropus ed Evazoum, e non si esclude che parte del materiale appartenga a una forma ancora sconosciuta che richiederà una nuova denominazione. Tra i “sospettati” più probabili, per analogie con ritrovamenti in Svizzera e Germania, c’è il plateosauro, un grande prosauropode i cui adulti potevano raggiungere circa dieci metri di lunghezza. Non è esclusa, inoltre, la presenza di tracce di altri grandi rettili del tempo, compresi arcosauri quadrupedi simili a coccodrilli e possibili dinosauri predatori antenati del Saltriovenator, finora unico dinosauro carnivoro lombardo noto per resti ossei. Il sito è imponente anche per numeri e distribuzione: stime preliminari su base fotografica parlano di alcune migliaia di impronte. La densità arriva fino a 4-6 orme per metro quadrato, un valore considerato raro, compatibile con il passaggio di branchi. Le superfici con tracce affiorano su almeno sette crinali, con decine di strati sovrapposti, lungo la sponda meridionale dei Laghi di Cancano, tra le Cime di Plator e Cima Doscopa. I punti di affioramento censiti sono circa trenta, distribuiti su quasi cinque chilometri.Fontana: “Un dono straordinario in vista delle Olimpiadi”“Questo luogo era pieno di dinosauri, è un immenso patrimonio scientifico. Le camminate parallele sono prove evidenti di branchi in movimento sincronizzato e ci sono anche tracce di comportamenti più complessi, come gruppi di animali radunati in cerchio, forse per difesa”, afferma Cristiano Dal Sasso. “Dopo trentacinque anni di attività non avrei mai immaginato di trovarmi davanti una scoperta così spettacolare, nella regione in cui vivo. Incredibilmente anche in Lombardia ci sono luoghi ancora inesplorati, remoti nel tempo e nello spazio”. Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, la scoperta assume un valore che va oltre la paleontologia. “Alla vigilia delle Olimpiadi invernali la Lombardia riceve un dono straordinario dalla storia: la scoperta di migliaia di impronte di dinosauri nella valle di Fraele, a Valdidentro, tra Bormio e Livigno, località che ospiteranno i Giochi olimpici. Questo sito, che abbiamo chiamato Triassic Park, si distingue per la quantità e la nitidezza delle orme, collocando la nostra regione ai vertici mondiali per le tracce del periodo Triassico”, commenta. “Questa scoperta rappresenta un ponte ideale tra la storia antica del territorio e il futuro che le Olimpiadi simboleggiano. La nostra regione si conferma così luogo di eccellenza, capace di unire sport, scienza e tradizione in un unico grande evento”. Resta ora la sfida più concreta: studiare e proteggere. L’area non è raggiungibile tramite sentieri e la documentazione dovrà passare da droni, telerilevamento e tecnologie di digitalizzazione. Anche perché l’esposizione agli agenti atmosferici minaccia la conservazione delle superfici con le impronte. Serviranno risorse per mappare, analizzare, valorizzare e, soprattutto, rendere accessibile al pubblico un patrimonio che oggi è spettacolare proprio perché remoto e difficile da raggiungere.Questo articolo Orme di dinosauro scoperte sullo Stelvio. Fontana: “Dono inatteso in vista di Milano-Cortina 2026” proviene da LaPresse