Le sciarpe acriliche che pungono, i calzini tristi, l’ennesimo pigiama «che può sempre tornare utile». Sotto Natale siamo bravi a fare slalom: non solo in pista sulla neve, anche provando a scansare i soliti regali. Quelli che apri il pacco e trovi… un pacco. Ma c’è una bella notizia (e una brutta).Quella bella è che prima o poi capiranno che di sciarpe, calzini e pigiama ne abbiamo abbastanza. Quella brutta è che, a volte, un «pacco» lo può riservare anche il lavoro. Proprio quello che ti aveva affascinato prima e convinto poi. Ma che non avevi scoperto in tempo perché «il nastro e i fiocchi» brillavano troppo per farti notare bene ciò che si celava all’interno.Promesse vaghe, pochi fatti, ruolo fumoso, micro management, valori appesi al muro, carenza di comunicazione, nessuna possibilità di crescita e clima tossico.Per fortuna, c’è una (seconda) bella notizia.Su Joinrs… Zero Lavori Pacco. Che significa poter trovare sull’app oltre 40 mila annunci di stage e lavoro, in Italia e all’estero.Opportunità verificate, chiare e senza promesse vuote.Questo, però, non è un regalo di Natale, è come la startup con gli occhietti lavora ogni giorno.Parola agli universitari«1.5k euro al mese e 1k euro di affitto, straordinari non pagati, orari disumani, sfruttamento, colleghi invasivi, spioni, o passivo-aggressivi, capo molesto o asfissiante, pile di fogli burocratici, dover per forza indossare la camicia, solo rimborso spese, competizione, nessuna pausa, staticità, clienti maleducati, ambiente tossico».Alcune delle risposte alla domanda “quale «pacco» non vorresti ricevere… al lavoro?”.In pausa pranzo studenti e neolaureati hanno riempito di desideri “poco” graditi la board disegnata da Polline Comunicazione, l’agenzia che ha supportato Joinrs nell’ideazione della campagna.“Il messaggio che arriva dalla generazione che si sta affacciando al mondo del lavoro è chiaro e non ammette repliche – spiega Giuseppe Chiarolla, Copywriter in Joinrs e tra gli autori della campagna – Possiamo anche chiudere un occhio sull’ennesimo paio di calze che rischiamo di ricevere a Natale (al massimo avremo nel cassetto un doppione), ma non sul cambiamento, ormai necessario, di alcuni standard lavorativi che la Gen Z chiede a gran voce”.