È apparso all’improvviso, dopo che il mare si era ritirato. Non aveva odore, non si muoveva, non assomigliava a nulla di immediatamente riconoscibile: un’enorme massa bianca multiforme, compatta e gelatinosa, riversa sulla sabbia. Per ore nessuno ha saputo dire con certezza cosa fosse. Ed è proprio questo vuoto di risposte ad aver trasformato i gigantesco “blob” trovato su una spiaggia della Cornovaglia in un piccolo caso scientifico e mediatico. A scoprirlo è stata Helen Marlow, 50 anni, di Stockport, in vacanza con il marito. Stava passeggiando con il cane sulla spiaggia di Marazion, vicino a Penzance, quando si è imbattuta in quella massa insolita. Occupava oltre un metro e mezzo di arenile e aveva uno spessore superiore ai trenta centimetri. Era ricoperta in parte da alghe, ma non mostrava segni evidenti di decomposizione.“Sembrava una sostanza bianca dall’aspetto carnoso“, ha raccontato. “Non me la sono sentita di toccarla, ma ho provato a spostarla con il mio stivale e mentre lo facevo ha oscillato un po’, come se fosse una grande gelatina grassa“. Un dettaglio l’ha colpita più di altri: l’assenza di odore. “Pensavo fosse un animale, ma non emanava alcun odore. È stato questo a lasciarmi davvero perplessa”. Marlow ha escluso subito che potesse trattarsi di un semplice rifiuto o di un oggetto artificiale. “L’unica cosa di cui sono sicura è che fosse materia organica e che provenisse dal mare. Non riuscivo a paragonarla a nulla che avessi visto prima“. In cerca di risposte, ha fotografato il blob e ha condiviso le immagini sui social e su gruppi specializzati, tra cui quelli della British Marine Life Study Society.Da lì sono partite le ipotesi più disparate. Alcuni utenti hanno suggerito che potesse trattarsi dei resti di una placenta di balena, altri di uno stomaco o di un intestino appartenente a un grande animale marino. C’è stato anche chi ha ipotizzato un pallone meteorologico o un UFO trascinato a riva dalla mareggiata. Le fotografie, diventate rapidamente virali, hanno alimentato un dibattito che ha coinvolto esperti e appassionati di fauna marina. A fare chiarezza, almeno in parte, è intervenuto il dottor Rob Deaville della Zoological Society of London, che ha invitato alla cautela: “È difficile dirlo basandosi solo sulle immagini”, ha spiegato. “Riceviamo regolarmente segnalazioni di resti frammentari di animali durante l’anno. In questo caso la specie, e persino il gruppo tassonomico di appartenenza, non sono immediatamente identificabili”. Secondo Deaville, la massa potrebbe provenire da “un grande cetaceo o, in alternativa, da uno squalo elefante, anche se quest’ultima ipotesi è meno probabile considerando il periodo dell’anno”.Una valutazione simile è arrivata anche dal Marine Strandings Network, che fa parte del Cornwall Wildlife Trust. Un portavoce dell’organizzazione ha indicato che il ritrovamento è compatibile con “l’intestino o lo stomaco decomposto di una balena morta lungo la costa“, i cui resti sarebbero stati smembrati e trasportati a riva dalle correnti e dal mare agitato. Tuttavia, anche in questo caso, la conferma definitiva potrà arrivare solo da prelievi e analisi di laboratorio. Nel frattempo, per Helen Marlow l’incontro resta soprattutto un’esperienza insolita: “Mi sento fortunata ad aver visto qualcosa di così strano”, ha detto. “Sono davvero curiosa di scoprirne l’origine”. Un frammento di oceano che, per qualche ora, ha messo in discussione le certezze e ricordato quanto il mare continui a restituire enigmi difficili da decifrare, anche su una spiaggia frequentata e apparentemente familiare.L'articolo “Non riuscivo a paragonarla a nulla che avessi visto prima, mi ha lasciato davvero perplessa”: il mistero del “blob” gigante ritrovato su una spiaggia in Cornovaglia, le ipotesi degli scienziati proviene da Il Fatto Quotidiano.