Non parlate di ritorno, perché non esiste ritorno nella storia di un artista come Caparezza, uno che ha scelto consapevolmente di andare sempre avanti, a tutti i costi, nella sua esplorazione, artistica e intima. E mai come in questo suo ultimo splendido album, Orbit Orbit, i due aspetti hanno viaggiato di pari passo. Un lavoro, manco a dirlo, d’autore, maturo, lontano da tutti e da tutto ciò che orbita nell’universo musicale italiano, forse per questo ambientato nello spazio, come l’omonimo comic book, proposto insieme al disco. Caparezza nel disco si apre come non mai, sveste anche i panni del Caparezza che conosciamo, rinunciando ai suoi famosi calembour, ma anche alla sua stessa voce nasale, quella che ne ha caratterizzato la carriera. Spiega infatti a Open: «Mi sono preso tutte le libertà in un disco che parla di libertà. Quei giochi di parole rappresentavano una corazza per me, anche quel tipo di approccio fonetico, così mi sono liberato anche di quello. È un modo per essere più scomodo – prosegue – perché più scomodo sei, più interessante è quello che può venire fuori. Può piacere o meno, attenzione, può anche destabilizzare, ma per me è meglio destabilizzare piuttosto che ripetersi».L'articolo Caparezza non torna, va sempre avanti: «Il mio sogno è la tranquillità, non il successo» – L’intervista video proviene da Open.