La Polonia ha annunciato ufficialmente l’intenzione di realizzare una nuova linea di fortificazioni anti-drone lungo i confini orientali, in risposta alle ripetute incursioni di velivoli senza pilota russi. Il tutto dovrebbe essere realizzato entro due anni. A dichiararlo è il viceministro della Difesa, Cezary Tomczyk, che ha precisato: «Prevediamo di avere le prime funzionalità del sistema tra circa sei mesi, forse anche prima. Il completamento dell’intero sistema richiederà 24 mesi». I nuovi impianti saranno integrati con la linea di difesa costruita dieci anni fa, includendo mitragliatrici, cannoni, missili e sistemi di disturbo elettronico dedicati ai droni.«Le attrezzature? Per eventuali scenari bellici»Il viceministro Tomczyk ha sottolineato che alcune delle nuove attrezzature saranno destinate esclusivamente a scenari bellici, precisando che «queste mitragliatrici a canne multiple sono difficili da usare in tempo di pace». Il progetto, che avrà un costo di circa 2 miliardi di euro, sarà finanziato principalmente dai fondi europei del programma di prestiti per la difesa «Safe» (Security Action for Europe), con un contributo aggiuntivo dal bilancio statale. L’aggiornamento dei sistemi è stato accelerato dopo che, lo scorso settembre, più di una dozzina di droni russi avevano violato lo spazio aereo polacco.Lo scudo sui confini con la Bielorussia e KaliningradMa in cantiere non c’è solo il muro anti-drone. La Polonia sta, infatti, sviluppando fortificazioni lungo i confini terrestri con Bielorussia e l’exclave russa di Kaliningrad, nell’ambito del programma denominato Scudo Orientale, finalizzato a prevenire possibili invasioni russe. In ogni comune di confine saranno allestiti centri logistici per immagazzinare le attrezzature necessarie a bloccare il confine, pronte per un rapido ed eventuale dispiegamento entro poche ore. Va, inoltre, ricordato che la Polonia ha incrementato la spesa per la difesa al 4,7% del Pil, ovvero uno dei più alti nell’Unione europea.L'articolo La Polonia costruirà un muro anti-droni da 2 miliardi di euro: l’operazione finanziata (anche) con fondi europei contro la minaccia russa proviene da Open.