La maratona delle feste di fine anno non è ancora finita e c’è chi già pensa a mettere la dieta nella lista dei buoni propositi per il 2026. Fra i regimi alimentari più gettonati, dalla paleo alla chetogenica, passando per digiuno intermittente e dieta nordica, quali sono gli errori da evitare per non trasformare questa decisione in un boomerang per la salute? LaPresse lo ha chiesto a Sara Farnetti, specialista in Medicina interna ed esperta in nutrizione funzionale, autrice di numerosi volumi fra cui ‘Pensaci prima’ (Rizzoli), un saggio che spiega come leggere i segnali del nostro corpo per proteggere la salute. “Nel 2026 l’errore più grande non sarà sbagliare dieta, ma ostinarsi a non ascoltare la nostra fisiologia, cioè come funzioniamo, prima di mettersi a tavola”, assicura la specialista. “Inoltre occhio a entrare e uscire da regimi alimentari come se attraversassimo una porta girevole: adattamento zero, stress massimo”. Fra le trappole più diffuse in questo campo, Farnetti segnala la mania per gli integratori, “ovvero ricorrere alle capsule al posto dei pasti. Ma la nutrizione sana non sarà mai una farmacia travestita”, premette l’esperta, prima di passare al microscopio alcuni dei regimi più gettonati.Tutte le criticità della paleoIniziamo dalla più ‘antica’: “La paleo è una dieta affascinante dal punto di vista narrativo, ma un po’ anacronistica. L’uomo del Paleolitico non soffriva di ipertensione o sindrome metabolica, mentre noi oggi sappiamo che ogni regime alimentare deve essere personalizzato. Ebbene, questa dieta porta facilmente a un eccesso proteico e lipidico. Ma soprattutto idealizza un passato che in realtà non conosciamo. L’uomo di oggi – scandisce Farnetti – non è programmato per magiare alimenti solo crudi, anzi: la cottura è fondamentale e consente di metabolizzare meglio i cibi, attivandone le funzioni. Funzionale significa far funzionare, cambiare il destino di un alimento preparandolo in un determinato modo. Perché allora questa dieta ha avuto tanto successo? Vogliamo sistemi facili per gestire il nostro corpo, ma il diktat del crudo a tutti i costi in realtà non ci aiuta. Proprio come la rinuncia a tecniche di cottura funzionali ai processi di digestione, al benessere del microbiota intestinale e all’attivazione epatica”. Sara FarnettiChetogenica e iperproteica? Le insidieFarnetti fa un po’ di chiarezza: “Spesso la chetogenica viene scambiata con la dieta iperproteica: entrambe funzionano nel breve periodo per perdere peso, ma non sono sostenibili perché il sistema fegato-reni non regge. L’eccesso proteico – spiega l’esperta – lo danneggia e finisce per metterlo sotto stress. Se la cheto fosse un regime in cui conteniamo la quota di carboidrati mantenendo quella di grassi, diventerebbe una dieta meno calorica, ma dovrebbe essere ad personam: le restrizioni devono sempre essere mirate. Invece togliendo il carboidrato, per fame aumentano le proteine ingerite. E il risultato è lo stress per reni e fegato. Inoltre se la dieta è ipocalorica si riduce nel tempo il metabolismo e se non è ben bilanciata si rischia di perdere massa magra, mentre il microbiota viene impoverito in modo drammatico”. Dieta con incretina: occhio al fai da teE come la mettiamo con il ‘fai da te’ alimentare di chi assume incretine a dosi elevate per dimagrire? “Il paziente in questo caso mangia poco perché non ha fame: così il regime dietetico diventa genericamente ipocalorico, composto solo da alimenti attraenti. Questa dieta – continua l’esperta – riduce lo stimolo anabolico-proteico. Così la massa magra viene consumata per prima e, alla fine, questa dieta non ci avrà insegnato niente: ti trovi dimagrito, ma anche meno magro e non avrai imparato a mangiare in modo salutare”.Digiuno intermittente? Sì ma con giudizioAnche questa è “una strategia antica, ma il digiuno è come la caverna: isolarsi per riflettere va bene, ma a fare la differenza è il tempo. Vivere in una caverna non è ideale per l’uomo. Il digiuno intermittente, insomma, funziona se: hai un metabolismo flessibile, dormi bene (perché disturba il sonno), non sei stressato (perché stressa i sistemi dell’organismo), non hai problemi di ipoglicemia o metabolismo epatico, perché altrimenti si scatena il mal di testa. Il digiuno – afferma Farnetti – non è una strategia per dimagrire, mentre saltare un pasto di sera rientra nelle strategie ipocaloriche. Infine non è tanto quando, ma quanto e in che modalità digiuni, e soprattutto cosa mangi negli altri pasti. Ai fini di una longevità sana è fondamentale imparare a capire cosa portare in tavola per funzionare meglio. Il mio messaggio è semplice: non trasformiamo il digiuno in un’identità morale, ma sfruttiamolo come una leva metabolica modulabile”. Evitando di compensare negli altri pasti. Fragile ma virtuosa: la dieta nordicaBene l’invito di questo regime a mangiare tanti vegetali colorati, “ma che c’entra in Italia mangiare barbabietole e rape quando abbiamo cicoria e puntarelle? Oppure il salmone al posto delle alici? In realtà – dice Farnetti analizzando le sfide della Nordic diet – si tratta di una dieta adatta al contesto in cui è nata; le proteine talvolta sono insufficienti, mentre il carico glucidico può essere eccessivo. Ma seguirla qui da noi – ribadisce – non è semplice. La mia riflessione è che per star bene non basta cambiare identità geografica. Chiediamoci piuttosto di cosa ha bisogno la nostra fisiologia, prima di scegliere una dieta”.10 errori da evitare nel 2026Ecco infine il decalogo degli errori da evitare per tornare in linea senza danneggiare la nostra salute.1) Seguire i biomarcatori sbagliati (o nel momento sbagliato).2) Impegnarsi in digiuni, allenamenti, integratori prima di aver fatto delle analisi, insomma il ‘fai da te’ senza controlli. 3) Ignorare elementi chiave come età, sesso, presenza di stress, tipologia di sonno e farmaci.4) Pensare che “funziona su di me” significhi “è giusto per tutti”.5) Demonizzare un macronutriente, dai grassi, alle proteine fino ai carboidrati, “invece di capire il contesto, il nostro biotipo, come funziona il nostro corpo”.6) Mangiare contro la propria fisiologia per appartenenza ideologica, “come diventare vegetariani se si hanno problemi di sindrome metabolica”.7) Sovraintegrare per paura di mangiare. “No alle capsule al posto dei pasti, ai micronutrienti senza matrice. La nutrizione che funziona non è una farmacia travestita”, scandisce Farnetti.8) Ridurre tutto a calorie o tutto a ormoni. “L’errore alla fine è spesso quello di semplificare ciò che è complesso”.9) Dimenticare che il corpo cambia più in fretta delle convinzioni e della dieta di moda. “Quello che funzionava a 30 anni può diventare un sabotaggio a 50, quando i bisogni nutrizionali sono diversi”, avverte Farnetti. 10) Credere che naturale significhi automaticamente sicuro. “Anche la cicuta è naturale, ma non ci fa bene. Inoltre spesso ci troviamo di fronte a qualcosa di chimico travestito”.Questo articolo Dieta post abbuffate: i 10 errori da evitare nel 2026 proviene da LaPresse