di Paolo Menchi – L’America Latina e i Caraibi continuano a muoversi lungo una traiettoria di crescita economica modesta. Secondo il Balance Preliminar de las Economías de América Latina y el Caribe 2025, pubblicato dalla Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), la regione registrerà una crescita del PIL del 2,4% nel 2025 e del 2,3% nel 2026. Se tali previsioni venissero confermate, si tratterebbe del quarto anno consecutivo di basso dinamismo economico, con una media annua del 2,3%, insufficiente a rispondere alle esigenze strutturali di sviluppo.La CEPAL avverte che le principali fonti che hanno sostenuto l’attività economica negli ultimi anni, in particolare il consumo privato e la domanda esterna, tenderanno a perdere slancio, soprattutto nel 2026. Il consumo, che ha spiegato oltre la metà della crescita del PIL regionale recente, sarà penalizzato da una minore espansione dell’occupazione e dal rallentamento della domanda internazionale.Secondo il rapporto, l’indebolimento del consumo e la decelerazione del mercato del lavoro rappresentano i principali fattori di rischio nel breve periodo. La crescita dell’occupazione regionale è stimata all’1,5% nel 2025 e all’1,3% nel 2026, in calo rispetto agli anni precedenti. Questa dinamica avrà un impatto diretto sul reddito delle famiglie e, di conseguenza, sulla capacità di spesa.Sul fronte dei prezzi, l’inflazione regionale dovrebbe attestarsi attorno al 3% nel 2026, un livello superiore alle stime per il 2025 ma comunque inferiore ai picchi registrati durante gli shock inflazionistici del 2021-2022 e in linea con gli obiettivi delle banche centrali della regione.Il rapporto evidenzia una marcata eterogeneità tra le diverse aree dell’America Latina e dei Caraibi. In Sud America, la crescita dovrebbe raggiungere il 2,9% nel 2025, trainata dalla ripresa di economie come Argentina, Bolivia ed Ecuador, dopo le contrazioni dell’anno precedente. Tuttavia, nel 2026 è attesa una decelerazione al 2,4%, a causa di un rallentamento generalizzato nella maggior parte dei Paesi sudamericani.In Centro America, l’espansione economica sarà più contenuta nel 2025, con una crescita stimata al 2,6%, condizionata dal rallentamento della domanda proveniente dagli Stati Uniti. Per il 2026 si prevede un miglioramento fino al 3%, ma permangono vulnerabilità legate al commercio estero, alle rimesse, all’accesso al finanziamento e all’elevata esposizione al cambiamento climatico.Il quadro appare più favorevole nei Caraibi, dove la CEPAL prevede una crescita del 5,5% nel 2025 e addirittura dell’8,2% nel 2026. Questo risultato sarà sostenuto principalmente dall’espansione dell’attività petrolifera in Guyana, dalla normalizzazione del turismo e da un migliore andamento del settore delle costruzioni..La CEPAL sottolinea come le prospettive di crescita dell’America Latina e dei Caraibi dipendano fortemente dal contesto globale. Le politiche monetarie e commerciali degli Stati Uniti, l’andamento del commercio mondiale e la crescita dei principali partner economici rappresentano fattori chiave. A ciò si aggiungono l’incertezza dei mercati finanziari internazionali e la possibile volatilità dei flussi di finanziamento esterno, inclusi investimenti diretti esteri e rimesse.Anche sul piano interno permangono rischi significativi, legati alla fragilità dei mercati del lavoro, all’elevato peso del debito e alla vulnerabilità strutturale di molte economie ai fenomeni climatici estremi.Di fronte a questo scenario, la CEPAL richiama l’urgenza di rafforzare e ampliare lo spazio della politica macroeconomica. In un contesto globale segnato da frammentazione economica, cambiamento climatico, trasformazioni demografiche e rivoluzione tecnologica, i Paesi della regione devono adottare politiche di sviluppo produttivo più ambiziose.Il Segretario Esecutivo della CEPAL, José Manuel Salazar-Xirinachs, ha sottolineato la necessità di combinare politiche macroeconomiche più efficaci con strategie orientate all’innovazione, alla diversificazione economica, alla trasformazione produttiva e alla creazione di occupazione di qualità.