di Alberto Galvi – I vertici militari del Niger hanno intensificato la lotta contro i gruppi armati in tutto il Paese durante una cerimonia tenutasi a Bamako, alla presenza del leader del Mali, Assimi Goïta. La forza è comandata dal generale del Burkina Faso Daouda Traoré e ha il suo quartier generale a Niamey. La decisione è stata presa dal governo militare, salito al potere con un colpo di Stato nel luglio 2023, che ha rovesciato il presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum.Da oltre un decennio il Niger è coinvolto in un sanguinoso conflitto armato, con violenze legate a combattenti affiliati ad al-Qaeda e all’ISIS. Anche il sud-est del Paese ha subito ripetuti attacchi da parte di Boko Haram e del suo gruppo scissionista, l’affiliato dello Stato Islamico nella Provincia dell’Africa Occidentale (ISWAP), mettendo ulteriormente a dura prova le forze di sicurezza nigerine.Subito dopo il colpo di Stato, i governanti del Niger hanno ordinato alle truppe francesi e statunitensi di ritirarsi dal Paese. L’ordine di mobilitazione arriva cinque anni dopo che il Niger ha ampliato le proprie forze armate fino a circa 50 mila soldati e ha innalzato l’età pensionabile per gli alti ufficiali da 47 a 52 anni.Sul fronte della sicurezza, il Niger ha intensificato la cooperazione con i vicini Mali e Burkina Faso, anch’essi governati da giunte militari. I tre Stati del Sahel hanno formato una forza congiunta di 5 mila soldati, l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), nota come Forza Unita dell’AES (FU-AES), presentata come una risposta regionale ai gruppi armati, segnando al contempo un ulteriore allontanamento dai partner occidentali.