Si intendeva cambiare narrazione, si cerca da decenni di scardinare la pretesa “egemonia culturale” della sinistra, si è gridato allo scandalo perché il mondo della cultura era “tutto in mano ai comunisti”. Ma per una volta non è la sinistra a dividersi, almeno su questo punto. A spaccarsi è il mondo culturale della destra: l’intellettuale di riferimento del conservatorismo Marcello Veneziani da una parte, il ministro della Cultura Alessandro Giuli dall’altra.Da una parte Veneziani – filosofo, intellettuale, firma di diversi giornali di destra – ha espresso la sua delusione per la debole impronta impressa sulle sue politiche dal nuovo ceto politico alla guida del paese e lo ha fatto dalle colonne di una testata del campo governativo come la Verità, il quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro. Una testata considerata di destra, con una linea editoriale tendenzialmente liberal-conservatrice ma che si definisce indipendente e che spesso critica anche le posizioni dell’attuale governo. Esecutivo che, ha scritto in questo caso il giornalista in un editoriale richiamato in prima pagina, pare il “trionfo della mediocritas” e che non ha ancora lasciato alcun segno. “Tutto è rimasto come prima, nel bene, nel male, nella mediocrità generale e particolare. E perdura anche il clima di intolleranza e censura verso le idee che non rientrano nel mainstream” ha scritto nel suo articolo domenicale Veneziani che nel suo bilancio boccia l’attività del governo ma salva la figura di Giorgia Meloni. Veneziani scrive che le sue osservazioni sono fatte “senza alcun piacere di dirlo, anzi avremmo più volentieri taciuto, occupandoci d’altro; lo scriviamo solo per non sottrarci, almeno a fine anno, a tentare un bilancio onesto, realistico e ragionato della situazione”.A rispondergli è un piccato ministro della Cultura che, nonostante l’indisposizione che lo ha costretto a casa, ha preso carta e penna ed ha incaricato la sua capa di gabinetto, Valentina Gemignani, di leggere un suo messaggio in occasione della presentazione, alla Camera dei Deputati, dei risultati “straordinari” della Ales di Fabio Tagliaferri. Una comunicazione che lascia di stucco i partecipanti, per il tono decisamente spiazzante e anche per la sua irritualità. “Ha deciso di arruolarsi nel fronte del nemichettismo pur di negare la forza dei fatti e dei numeri; invece di incoraggiarci o almeno di giudicare con equanimità” sottolinea il ministro. “Una dose di vaccino anti nemichettista la inoculiamo volentieri nella pelle esausta del vecchio amico Marcello Veneziani – dice il suo messaggio quasi sprezzante -: egli, dopo aver confidato a suo tempo che aveva rifiutato l’onore di diventare il ministro della Cultura del governo Meloni, oggi sversa su di noi la bile nera di cui trabocca evidentemente il suo animo ricolmo di cieco rimpianto. Si rassereni: nello sciagurato giorno in cui il nemichettismo dovesse espugnare Palazzo Chigi, il nostro ex consigliere Rai in quota An (per tacer d’altro) sarà senz’altro premiato honoris causa”. Interpellato al riguardo Veneziani dice di non voler a sua volta replicare.Ma la veemenza dell’attacco del governo viene notata dal Pd che, per altro, sottolinea la stonatura dell’aver utilizzato “un contesto istituzionale per sferrare un attacco frontale a Marcello Veneziani, colpevole di aver espresso una valutazione severa sull’irrilevanza dell’azione del governo Meloni”. Una irritualità per altro lamentata dallo stesso Giuli quando, ricordano i dem, il ministro fu oggetto delle critiche di Elio Germano fatte a margine della presentazione dei premi Donatello al Quirinale. E comunque, sottolinea da deputata del Pd Irene Manzi: “Al di là del merito delle posizioni di Veneziani, emerge con evidenza la difficoltà del ministro Giuli nel rapportarsi al dissenso e nel sostenere un confronto critico. Le istituzioni della Repubblica non possono diventare – stigmatizza la parlamentare dem – lo spazio per regolare conti personali né per alimentare polemiche politiche. Quel linguaggio e quella impostazione allergica a ogni voce critica appartengono ad altri contesti: forse è lo stile di Atreju“.L'articolo Altro che egemonia: sulla cultura a destra finisce in rissa. Veneziani: “Trionfo della mediocritas”. E Giuli scatenato: “Bile nera, animo ricolmo di cieco rimpianto” proviene da Il Fatto Quotidiano.