La fretta e l'ostinazione sono cattive consigliere di chi vorrebbe vedere i propri figli fiorire in adulti di talento riconosciuto. Di rado gli sportivi o gli scienziati che da grandi hanno conquistato un riconoscimento mondiale sono stati campioni o geni precoci anche da bambini.Lo rivela uno studio pubblicato su Science, che ha cercato di capire in che modo un talento universalmente riconosciuto - nello sport, nella scienza, nella musica o in altre discipline - si sviluppi nel tempo. La risposta? Investire da subito in allenamenti o esercizi massacranti in una singola disciplina è controproducente.. Il pregiudizio dei talenti in erba. Siamo soliti pensare che gli adulti che spiccano in un certo ambito, come gli scienziati Premi Nobel o i campioni olimpici, siano stati bambini con doti molto precoci, riconosciute e rafforzate da anni di fatica, disciplina e dedizione. Ebbene, secondo il nuovo studio, questo è vero solo in parte: raramente chi ha raggiunto i gradi più alti nel proprio settore ha trovato da subito la sua strada.Non capirlo significa, da un lato, rischiare di non vedere futuri talenti, perché li si "cerca troppo presto", dall'altro bruciare prima del tempo i potenziali campioni di domani, obbligandoli a training troppo duri e intensi da bambini.. Che cosa dicono i dati. Un gruppo di scienziati coordinato da Arne Güllich, Professore di Scienze dello Sport alla RPTU University Kaiserslautern-Landau, in Germania, e da Brooke N. Macnamara, Professoressa di Psicologia della Purdue University (Stati Uniti), ha analizzato i dati sugli studi e sulle carriere di quasi 35.000 persone che avevano raggiunto i più importanti riconoscimenti nel proprio campo, come campioni olimpici, scienziati Premi Nobel, campioni di scacchi e compositori di prestigio. . È subito saltato all'occhio che, nelle più diverse discipline, i bambini più talentuosi e gli adulti pluripremiati erano molto spesso persone diverse: soltanto il 10% circa di coloro che erano diventati campioni in età adulta era stato un bambino prodigio nel proprio settore; e soltanto il 10% circa dei bambini iperperformanti era diventato un'eccellenza in quello stesso campo crescendo.. Che cosa serve davvero: tempo e varietà. I bambini che da grandi erano diventati campioni o geni indiscussi avevano sviluppato le loro doti in modo graduale, e di solito non si erano distinti per il talento già in tenera età. In più, tipicamente non si erano focalizzati da subito su una singola disciplina, ma si erano concessi il tempo e la possibilità di esplorare tra diverse discipline accademiche, diversi sport, diversi generi musicali, persino diversi lavori. Ogni apparente "digressione" aveva contribuito a formare il loro bagaglio e si era rivelata preziosa.. Perché un'esperienza diversificata costruisce un campione. Ma perché tutto questo sembra funzionare meglio rispetto a un singolo e precoce training intensivo? Gli scienziati hanno avanzato tre spiegazioni. La prima è che potersi sperimentare in diversi ambiti aumenti le possibilità di trovare ciò in cui ci si esprime al meglio. La seconda è che poter apprendere da una gamma più ampia di discipline fortifichi la generale capacità di imparare e renda poi più facile migliorare quando si è scelto il proprio campo. La terza, è che distribuire gli sforzi tra più discipline riduca il rischio di "bruciarsi" da subito e di andare per esempio incontro a un burnout, alla perdita di motivazione, a un ritmo insalubre di lavoro e allenamento, o a infortuni fisici per il troppo esercizio.. Come supportare i bambini talentuosi. Queste indicazioni offrono alcuni spunti su come sostenere al meglio i bambini che mostrano segni di un talento in erba in una qualche disciplina. Evitare specializzazioni troppo precoci, offrire la possibilità di coltivare diverse discipline, anche apparentemente poco collegate, incoraggiare ad esplorare (senza fretta!) diverse aree di interesse: sono alcuni degli ingredienti per coltivare un campione - e un bambino - felice..