Il meglio e il peggio della Tv 2025 – Domenica in, i pacchi, le sfuriate: difficile scegliere cosa spicca per bruttezza

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Mamma mia che fatica! Ogni anno che passa mi sembra sempre più difficile compilare questo elenco del meglio e del peggio visto in tv. Saranno gli anni che passano… ma non tanto per me, soprattutto per una televisione che appare sempre più vecchia, sempre meno incline al nuovo. E le difficoltà nascono non tanto nel trovare il meglio (suvvia! in un anno intero qualcosa di buono viene fuori), ma nel definire il peggio perché anche spiccare verso il basso su una base di bruttezza così intensa e diffusa diventa un’impresa.Partiamo dunque da qui, togliamoci il pensiero.1. Sul podio degli orrori, i gradini decideteli voi, non può mancare Domenica in nella stagione del suo cinquantesimo anniversario. E’ evidente che portare avanti un programma per mezzo secolo è un’impresa. Dagli anni della sua nascita e da quelli del suo splendore, quando a condurla c’era Corrado, Damato, Baudo o Boncompagni e gli ospiti erano gli attori, i registi, i musicisti più famosi e interessanti, è cambiato tutto. E’ cambiata la televisione, le sue forme di consumo, il pubblico e persino la domenica che forse non esiste più. Ma che tristezza vedere quello che era un palcoscenico scintillante di luci, di colori, di giochi, di balli sostituito da un misero studio da tv locale riempito di buoni sentimenti e chiacchiere. Chiacchiere e distintivo, come diceva quel tale… Infatti c’è anche un inutile dibattito per giustificare la presenza di Cerno.2. Un posto sul podio va riservato più che a un programma o a un personaggio a una strana faccenda. Come saprete, qualche settimana dopo l’inizio Ballando con le stelle ha subito un piccolo spostamento nel palinsesto passando dalle 20.40 alle 21.30 del sabato. Motivo? Lo straordinario successo in quella fascia di access prime time di Affari tuoi, il programma dei pacchi abilmente condotto da Stefano De Martino. Poiché la battaglia del sabato sera tra Rai 1 e Canale 5 è quest’anno particolarmente avvincente, giocata sui decimali, si è pensato che la presenza di un traino molto popolare potesse consentire a Ballando di superare il competitor. Ora io non sono un fan sfegatato di Ballando con le stelle, troppe chiacchiere, troppi conflitti artificiosi. Ma vivaddio, che un programma solido, collaudato, basato su un format internazionale, un talent con un suo contenuto interessante, il ballo, per contrastare le baracconate di Canale 5, debba chiedere aiuto al traino dei pacchi, è un segno che il mondo va al contrario (anche se Vannacci di questo non si è accorto).3. L’ultimo dei momenti peggiori del 2025 potrebbe stare anche nell’altro settore, quello del meglio. Mi spiego: io apprezzo molto Massimo Cacciari come filosofo e come opinionista politico, ma il massimo dell’entusiasmo me lo scatena quando si arrabbia e definisce le opinioni o le decisioni altrui “puttanate”. Puttanate è una parola un po’ desueta, andava forte ai tempi del mio liceo ( anni sessanta per capirci), in seguito sostituita da altri termini: cazzate (sempre verde), stronzate, minchiate (molto attuale). Per cui quando lo sento pronunciare con la sua inflessione veneta quella parola un po’ vintage lo trovo irresistibile.Un bel mattino della scorsa primavera è stato costretto a ripeterla più volte nel corso del programma di informazione di Rai 3 ReStart condotto con esibito accento toscano da Annalisa Bruchi. A lei e agli altri ospiti che stavano spiegando i motivi per cui si deve continuare il riarmo per impedire che la Russia invada tutta l’Europa fino a Lisbona, Cacciari oppone una sola obiezione: sono solo puttanate ed è vergognoso che simili puttanate vengano date in pasto all’opinione pubblica. Al ché l’acutissima conduttrice si oppone rivelando che questa è nientemeno che la posizione di un fantomatico ambasciatore americano presso la Nato. Ecco, ribadisce Cacciari, sono proprio puttanate, creando la giusta aura di ridicolo attorno alle certezze spacciate nei talk show.E ora passiamo alla lavagna dei buoni.1. Sul più bel programma dell’anno non c’è dubbio. The winner is senza dubbio e alla grande lo spettacolo omaggio al padre di Paolo Jannacci realizzato al teatro degli Arcimboldi e trasmesso su Rai 3 il 27 agosto, non proprio una data felice. E’ il programma più bello perché per una volta la tv si fa semplice testimone di un evento senza imporre le sue scelte, i suoi tempi, i suoi ritmi, i suoi personaggi. Così, sfilano sul palcoscenico, accanto ad artisti famosi, musicisti ignoti al grande pubblico con pezzi dimenticati del grande Enzo, A un certo punto arriva anche Ornella Vanoni che interpreta un Ma mi di un’intensità straordinaria, da pelle d’oca. Ecco, se vogliamo davvero ricordare Ornella, valgono più quei tre minuti del suo ultimo Ma mi di tutte le parole in libertà dette e scritte in occasione della sua scomparsa.2. Poi non si può rinunciare a una menzione per Crozza e la sua banda, in cui spicca sempre più la bravura di Andrea Zalone. Una menzione per il coraggio, la pervicacia, l’insistenza della sua denuncia delle malefatte e del malcostume della politica. Qualcuno sostiene che si ride meno quest’anno e forse è vero. Forse viene sacrificata un po’ di comicità a vantaggio dell’analisi delle contraddizioni, dell’indignazione, dello svelamento dell’assurdo. Comunque i discorsi del ministro Urso e la psicobanalisi di Recalcati valgono da soli il prezzo del biglietto.3. Infine tra le cose belle non posso fare ameno di ricordare un episodio. E’ la sera della finale di Champions ed è finita come tutti sanno. Nel corso dello speciale dopopartita su Sky Federica Masolin nel ruolo di conduttrice dialoga con Luis Enrique grande vincitore della partita. Ma con lui, si sa, il discorso non può non cadere sulla tragedia della morte della figlia ancora bambina, sul quel suo terribile vissuto affrontato con grane nobiltà d’animo. Ma la Masolin che è in dolce attesa, comprensibilmente, non regge l’emozione e scoppia in un pianto che non esibisce, cercando di uscire dall’inquadratura. A risolvere la delicata situazione, prendendo in mano l’intervista, ci pensa, da gran signore, Esteban Cambiasso. Ecco: qualche volta capita di imbattersi davvero nella tv verità.L'articolo Il meglio e il peggio della Tv 2025 – Domenica in, i pacchi, le sfuriate: difficile scegliere cosa spicca per bruttezza proviene da Il Fatto Quotidiano.