Approderà oggi in Consiglio dei ministri il nuovo decreto armi per il sostegno all’Ucraina, l’atto normativo che permetterà all’Italia di proseguire i trasferimenti di materiali militari e il supporto logistico a favore di Kyiv anche nel 2026. Il testo, frutto di settimane di confronto serrato tra i ministeri competenti e la maggioranza di governo, sarebbe sostanzialmente già pronto e necessita ora solo della formalizzazione in sede governativa prima della successiva trasmissione alle Camere per l’iter di conversione in legge.Con quello atteso oggi, salgono a tredici i decreti di autorizzazione agli aiuti militari adottati dall’Italia dall’inizio del conflitto. Un percorso che, dal 2022 a oggi, ha attraversato governi diversi ma si è mantenuto su una linea di continuità, scandita da provvedimenti periodici che hanno consentito a Roma di restare agganciata allo sforzo collettivo degli alleati europei e atlantici. Come per i precedenti pacchetti di aiuti, anche questa volta i dettagli sulle forniture resteranno riservati, secondo una prassi consolidata motivata da esigenze di sicurezza e coordinamento operativo.Tentativi di paceL’arrivo del decreto in Consiglio dei ministri coincide con una fase particolarmente intensa sul piano diplomatico. Proseguono infatti i tentativi di triangolazione tra Washington, Kyiv e Mosca, con l’obiettivo di verificare la praticabilità di un percorso negoziale. Nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato ricevuto a Mar-a-Lago dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un incontro definito “molto costruttivo”, durante il quale è stato discusso un piano di pace articolato in 20 punti.Secondo quanto riferito dagli stessi protagonisti, il piano sarebbe già “concordato al 90 per cento”, con alcune questioni ancora aperte, tra cui la situazione territoriale nel Donbass. Trump ha parlato di progressi significativi, pur sottolineando che restano nodi delicati da sciogliere prima di arrivare a un’intesa complessiva. L’incontro di Mar-a-Lago si inserisce nel nuovo approccio dell’amministrazione americana, che nel corso del 2025 ha ridimensionato il sostegno militare diretto a Kyiv, puntando con maggiore decisione su un’iniziativa diplomatica volta a favorire una soluzione negoziata del conflitto.Il supporto europeo resta saldoAlla vigilia del vertice tra Trump e Zelensky, i leader europei, insieme al segretario generale della Nato Mark Rutte, hanno tenuto una videochiamata con il presidente ucraino per fare il punto sia sul percorso negoziale sia sulla situazione sul campo. Alla call ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, ha ribadito “l’importanza di mantenere l’unità di vedute tra partner europei, Ucraina e Stati Uniti”.Sul piano dei numeri, dal 2022 l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno mobilitato complessivamente oltre 170 miliardi di euro a favore dell’Ucraina, tra sostegno finanziario, economico e militare. La componente militare supera i 69 miliardi di euro, mentre oltre 100 miliardi sono stati destinati ad aiuti civili e all’accoglienza dei rifugiati.Nel corso del 2025, il peso dell’impegno europeo è ulteriormente aumentato. Anche a fronte della minore spinta statunitense sotto l’amministrazione Trump, l’Europa ha rafforzato il proprio contributo finanziario a Kyiv, assumendo un ruolo sempre più centrale nel sostegno alla tenuta economica e istituzionale del Paese.