Nella settimana prima di Natale l’influenza ha premuto sull’acceleratore, mettendo a letto 950mila connazionali: dall’inizio della sorveglianza siamo arrivati a circa 5,8 milioni di contagiati. Gli ultimi dati RespiVirNet pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) segnalano un’incidenza di infezioni respiratorie acute pari a 17,1 casi per 1.000 persone assistite nella settimana dal 15 al 21 dicembre (eravamo a 14,7 nel bollettino precedente). E i bimbi colpiti crescono ancora.“La stagione sta procedendo esattamente come da previsioni, addirittura pre-autunnali”, dice il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, commentando i dati con LaPresse. Il virus, i bambini e il picco (che si avvicina)Nel gruppo 0-4 anni il report segnala circa 50 casi per 1.000 assistiti. “Colpisce il fatto che i valori nei bimbi restano molto alti e siano ancora in crescita: sono proprio loro a dare la spinta alla diffusione dell’influenza. Quando la quota dei bimbi più piccoli inizierà a calare, saremo in una fase discendente”, dice il virologo. Al momento però “i dati ci mostrano che ci stiamo avvicinando al picco dei casi, che verosimilmente verrà toccato nelle prossime settimane, in cui ci aspetta una circolazione sostenuta dei virus respiratori”, puntualizza Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. L’impatto sugli ospedaliConsiderato il trend, inizia a farsi sentire la pressione sugli ospedali. L’analisi dei dati che arrivano dalle strutture ospedaliere di Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Sicilia segnalano infatti un aumento sia degli accessi sia dei ricoveri per sindromi respiratorie rispetto alla stessa settimana della stagione precedente, rileva il report.“Purtroppo, come segnalato da alcune Regioni, anche quest’anno all’aumento del numero di casi corrisponde un aumento nel numero di accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni, soprattutto per le persone più anziane. In questi giorni in cui le occasioni di incontro e di convivialità possono favorire la trasmissione dei virus respiratori, ricordiamo che alcune semplici precauzioni sono utili a ridurre il rischio di contagio”, continua l’esperta dell’Iss citando misure come “l’areazione dei locali, il lavaggio delle mani e la cosiddetta ‘etichetta respiratoria’”.Il clade K e gli altri virusQuanto ai patogeni più diffusi, “è importante segnalare la presenza predominante del virus H3N2 e in particolare della variante K, che è immunoevasiva per la presenza di 7 mutazioni, ma che non è più cattiva. C’è poi un po’ di virus respiratorio sinciziale, ancora un po’ di Covid e visti i numeri siamo verso il picco, ma questo lo possiamo dire solo quando è superato. Le condizioni sono dunque ancora quelle di una fase espansiva e di un mix di virus, con alcune Regioni particolarmente colpite”, riprende Pregliasco. Stando all’Iss, infatti l’intensità è molto alta in Veneto, provincia di Bolzano, Marche e Campania, alta in Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Abruzzo, media in Val d’Aosta, Lombardia, Toscana e Puglia e bassa in tutte le altre. Come riconoscere la vera influenzaMa con questo mix di virus come facciamo a capire con quale malanno abbiamo a che fare? “La vera influenza si riconosce, al di là dalle varianti, per tre cose: insorgenza della febbre brusca oltre i 38 gradi almeno, un sintomo respiratorio come naso chiuso o che cola e contemporaneamente anche un sintomo generale sistemico, quindi dolori muscolari e articolari” scandisce Pregliasco.Quando andare in pronto soccorso? “Se c’è una difficoltà respiratoria, un incremento della frequenza cardiaca collegata con una problematica polmonare e se si manifesta un problema di perdita di coscienza o di orientamento. In questi casi vale la pena andare in pronto soccorso”, conclude il virologo.Questo articolo Influenza in Italia vicina al picco, 950mila italiani a letto e vola la variante K proviene da LaPresse