L’Italia continua a fare i conti con una crisi demografica che non accenna a rallentare o fermarsi. Nel 2024 le nascite sono state 369.944, in calo del 2,6% sull’anno precedente con una contrazione di quasi 10mila unità. E, in base ai dati provvisori del periodo gennaio-luglio, il 2025 potrebbe essere decisamente peggiore con 13mila nati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dai dati emersi gli italiani decidono di avere figli ad età sempre più avanzate. Le regioni con il calo maggiore sono state l’Abruzzo (-10,2%) e la Sardegna (-10,1%). Sul lato opposto dello spettro troviamo la Valle d’Aosta (+5,5%) e le Province autonome di Bolzano(+1,9%) e di Trento (+0,6%).Come emerge dal report Istat sulla natalità, il numero medio di figli per donna si attesta a 1,18, un valore in calo rispetto a quello osservato nell’anno precedente, pari a 1,20 e inferiore al minimo storico di 1,19 figli per donna del 1995. Si è quindi ben al di sotto del valore massimo del nuovo millennio, pari a 1,44 figli per donna toccato nel 2010. Anche il dato sulla fecondità è in diminuzione sia per effetto del calo attribuibile alle donne italiane sia per quello che compete alle straniere e colpisce tutto il territorio nazionale. Nel 2024 il numero medio di figli per queste ultime è di 1,79. Un valore più elevato di quello delle donne italiane pari a 1,11, ma in calo sia rispetto al valore di 1,82 del 2023 sia, in misura più marcata, rispetto a quello di 2,31 del 2010. Si alza l‘età media al parto delle madri, che raggiunge i 32,6 anni in lieve rialzo sull’anno precedente (32,5), ma in crescita di quasi tre anni rispetto al 1995. Se si considera solo il primo figlio, le donne in Italia diventano madri per la prima volta a quasi 32 anni. La scelta di avere figli a età sempre più adulte è strettamente legato alla riduzione generale della fecondità: più si ritardano le scelte di genitorialità, più si riduce l’arco temporale a disposizione per la realizzazione dei progetti familiari.Persistono, quindi, le difficoltà tanto ad avere il primo figlio quanto a passare dal primo al secondo. L’allungarsi dei tempi di formazione, le condizioni di precarietà del lavoro giovanile e la difficoltà di accedere al mercato delle abitazioni, sono i principali fattori che tendono a posticipare l’uscita dal nucleo familiare di origine e alla scelta di rinunciare alla genitorialità o di posticiparla.Nel 2024, come già osservato l’anno precedente, i nati da coppie non coniugate registrano una diminuzione, sebbene in misura inferiore rispetto ai nati da coppie coniugate. I figli nati fuori dal matrimonio si attestano a 159.671, diminuendo dello 0,8% sul 2023. I nati all’interno del vincolo coniugale, pari a 210.273 nel 2024, diminuiscono invece del 4% rispetto all’anno precedente. Anche a fronte di una riduzione assoluta, l’incidenza dei nati da coppie non coniugate continua comunque a crescere: 43,2% nel 2024, +0,8% sul 2023 e +23,5% sul 2008.In dettaglio, ad aumentare rispetto al 2023 è la quota di nati da genitori che non sono mai stati coniugati – dal 35,9% del 2023 al 36,9% del 2024 – mentre scende di poco le nascite da coppie in cui almeno un genitore proviene da una precedente esperienza matrimoniale – dal 6,5% del 2023 al 6,2% del 2024 -. È il centro Italia, con il 49,6%, ad avere a quota più elevata di nati da genitori non coniugati, seguto dal Nord 42,8%, mentre il Sud registra il dato più basso 40,3%, ma in crescita dell’1,8%. I dati indicano la tendenza a non considerare il matrimonio come una condizione necessaria per avere figli. Tra le madri fino a 24 anni di età, per esempio, la quota di nascite da genitori mai coniugati rappresenta il 57,3% del totale, contro il 38,5% di quelle di età compresa tra i 25 e i 34 anni e il 30,2% tra le madri di età superiore ai 34 anni.L’analisi rileva anche l’incidenza della novità legislativa sul doppio cognome paterno e materno. Nel 2024 sono stati il 6,7% dei nati, in aumento di 4,3 punti percentuali sul 2020. Il fenomeno si presenta in misura maggiore nel Centro-Nord: qui, nel 2024, si registrano percentuali oltre l’8% (8,6 nel Nord e 8,3 nel Centro), mentre il Mezzogiorno si attesta al 6,4%.L'articolo Sempre meno bambini in Italia: nel 2024 solo 369.944 nuovi nati. E i primi dati sul 2025 sono ancora peggiori proviene da Il Fatto Quotidiano.