5xmille, la manovra aumenta il tetto a 610 milioni. “Ma lo Stato continuerà a trattenere una parte dei soldi donati dai cittadini”

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Ogni anno decine di milioni di euro dei contribuenti finiscono nelle casse dello Stato nonostante i cittadini vogliano devolverli a enti del Terzo settore. È il tetto al 5xmille, una soglia massima, resa strutturale nel 2015, che circoscrive le risorse distribuibili a massimo 525 milioni. Gli esuberi, insieme alla quota di chi non ha indicato preferenze nella sua dichiarazione dei redditi, rimpinguano l’erario, a discapito delle organizzazione non profit indicate come beneficiarie dal cittadino. Dalla prima bozza della legge di bilancio, che dovrebbe approdare nei prossimi giorni in Parlamento, emerge che dal 2026 il tetto verrà alzato a 610 milioni. Un primo passo – qualora venisse effettivamente confermato – in direzione delle richieste delle associazioni, che da anni fanno appelli al governo per ottenere la cancellazione del tetto (o almeno un adeguamento alla crescita delle scelte espresse) e in cambio ricevono promesse parziali e dietrofront.Soldi alle casse dello statoL’universo del non profit – 360mila istituzioni, quasi 1 milione di dipendenti diretti – chiede da sempre di eliminare la soglia massima. Dal 2006 a oggi, lo Stato ha trattenuto 562 milioni di euro di somme destinate dai cittadini, una cifra equivalente a un’intera annualità del 5xmille. Nel 2024, secondo i dati forniti dall‘Agenzia delle entrate, 17,9 milioni di cittadini hanno destinato tramite il 5xmille a enti non profit (o alla ricerca scientifica e sanitaria, alle associazioni sportive dilettantistiche o alle attività sociali svolte dal comune di residenza) 604 milioni di euro. Si tratta di un bacino in costante aumento. Ma con il tetto di 525 milioni, fissato nel 2022, la differenza di 79 milioni, il cosiddetto “extra tetto”, non verrà mai distribuita. Secondo i calcoli delle associazioni, è come se il 5xmille fosse ridotto a un 4,3xmille. Per questo l’innalzamento è un progresso, ma parziale: con la manovra 2026, che porterebbe la soglia a 610 milioni, a parità di gettito lo stato tratterrebbe comunque 30 milioni di euro. “5 per mille, ma per davvero”L’effetto dei fondi perduti impatta direttamente sulle associazioni e sui cittadini: come denunciato più volte dalle stesse Ong, i soldi sottratti hanno reso più difficile (e a volte addirittura impossibile) l’avvio di progetti di pubblica utilità. Per questo Vita e 67 organizzazioni del Terzo settore italiano nelle scorse settimane hanno lanciato una campagna e un appello affinché “il Governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e il Parlamento” si adoperino per togliere il tetto. Come spiegato dai promotori dell’appello, la soglia massima imposta ex lege è di fatto una stortura rispetto alla “logica della sussidiarietà fiscale e dello spirito istitutivo del 5xmille”. Non solo: “La mancata erogazione di questi fondi ha un impatto concreto su progetti di ricerca, assistenza e inclusione sociale, perché si tratta di risorse che non possono essere compensate in altro modo”.Promesse e giravolteQuello attualmente in bozza sarebbe il primo aumento sostanziale del tetto dal 2013. Ma in tutti questi anni, non sono mancate promesse e dietrofront. L’ultima ritirata risale al 2024, quando insieme all’aumento del 2xmille ai partiti (bloccato dal Quirinale ma accompagnato da un aumento dei finanziamenti di quasi 5 milioni), la norma attesa da anni dal terzo settore era sfumata di nuovo insieme all’intero pacchetto. Prima di allora, solo promesse: già nell’estate 2024 la viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci in un’intervista a Vita aveva garantito che il governo avrebbe lavorato su un aumento dell’autorizzazione alla spesa. Poi nulla si era mosso. Ora Bellucci si è detta soddisfatta della misura in bozza: “Da un lato valorizza le scelte dei contribuenti e dall’altro sostiene l’associazionismo, il volontariato e tutte quelle realtà che svolgono servizi importanti di solidarietà sociale”. Sempre che questa volta diventi legge.L'articolo 5xmille, la manovra aumenta il tetto a 610 milioni. “Ma lo Stato continuerà a trattenere una parte dei soldi donati dai cittadini” proviene da Il Fatto Quotidiano.