Un nuovo, inquietante intreccio tra politica e criminalità organizzata è emerso dall’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Marcianise. Sei persone sono state raggiunte da misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli: due esponenti del clan camorristico Massaro sono finiti in carcere, mentre quattro amministratori del Comune di Santa Maria a Vico (Caserta) sono stati posti agli arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti, il clan avrebbe sostenuto alcuni candidati alle elezioni comunali del 2020 in cambio di favori amministrativi e appalti pubblici. Al centro dell’indagine vi sono l’ampliamento del cimitero comunale e la costruzione di un impianto di cremazione, che sarebbero dovuti essere gestiti da una società legata a un affiliato come socio occulto. Il clan avrebbe inoltre ottenuto la riassegnazione di una concessione per un chiosco-bar abusivo e manifestato interesse per la gestione di un’area fieristica. Le intercettazioni documentano un controllo capillare sul voto, con il clan in grado di influenzare anche candidati di liste avversarie. È emerso anche un tentativo di pressione su un imprenditore per l’assunzione di un fiancheggiatore del gruppo criminale. L’inchiesta ha svelato un preoccupante quadro di condizionamento camorristico della politica locale.Questo articolo Santa Maria a Vico, arresti in Comune per scambio elettorale: in manette anche il sindaco proviene da LaPresse