Di SINU, Società Italiana di Nutrizione UmanaI sistemi agroalimentari sono all’incrocio di sfide senza pari. In un mondo che sembra sempre più fragile, dove numerosi sono i conflitti, i cambiamenti climatici distruggono equilibri secolari e le disuguaglianze si amplificano: la terra che coltiviamo, l’acqua che beviamo e la biodiversità che ci nutre sono sotto minaccia. Il rapporto “Prospettive agricole 2025-2034” dell’OCSE e della FAO prevede che la produzione agricola e ittica globale aumenterà del 14% nel prossimo decennio per soddisfare la tendenza principale di un aumento del consumo di alimenti di origine animale, principalmente da parte di una popolazione in crescita e più urbanizzata nei paesi a reddito medio.Il sistema agroalimentare è già responsabile di oltre un terzo (circa 17.318 ± 1.675 TgCO2eq/anno) delle emissioni globali dirette e indirette di gas serra (GHG), esercitando un notevole impatto su terra, acqua e altre risorse naturali. Di questo totale, il 57% è attribuibile alla produzione di alimenti di origine animale. In questo contesto, ad aggravare la situazione c’è l’inefficienza lungo tutta la catena di approvvigionamento dell’attuale sistema alimentare, che comporta significative perdite di cibo durante la produzione, la trasformazione, il trasporto e lo stoccaggio.La portata dello spreco alimentare, con circa 1,3 miliardi di tonnellate/anno di cibo destinato al consumo umano perso o sprecato a livello globale, è una sfida. Il Food Waste Index Report 2024 stima che nel 2022 siano stati generati 1.052 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari nei settori domestico, della ristorazione e della vendita al dettaglio, con una media pro capite di 132 chilogrammi all’anno. In Italia nei primi mesi del 2025, i dati raccolti dal Waste Watcher Italia hanno evidenziato uno spreco medio di 88,3 grammi al giorno.In questo contesto, secondo un nuovo rapporto diffuso dall’UNICEF, quest’anno l’obesità ha superato il sottopeso come forma più diffusa di malnutrizione, interessando 1 bambino in età scolare e adolescenziale su 10, ovvero 188 milioni; l’obesità supera ora il sottopeso in tutte le regioni del mondo, ad eccezione dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale.Sovrappeso e obesità sono spesso associate a problemi di salute, come ipertensione, glicemia elevata e livelli anomali di lipidi nel sangue, che possono persistere nell’età adulta, aumentando il rischio di malattie non trasmissibili, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Il sovrappeso e l’obesità sono anche associati a bassa autostima, ansia e depressione tra i bambini e gli adolescenti.“I genitori sopportano il peso emotivo dei problemi di salute dei loro figli e l’onere finanziario delle spese mediche più elevate e della perdita di reddito per prendersi cura di loro. Milioni di bambini e adolescenti crescono in ambienti in cui bevande zuccherate, snack salati e dolci, e fast food sono facilmente accessibili e commercializzati in modo aggressivo”, spiega la professoressa Francesca Scazzina, consigliera SINU.A fianco della crescente obesità, i livelli di fame nel mondo hanno raggiunto livelli allarmanti dall’inizio della pandemia di COVID-19 e, secondo le stime delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 733 milioni di persone (il 9,2% della popolazione mondiale) sono denutrite. Ciò significa che l’SDG2, volto a porre fine alla fame e all’insicurezza alimentare, potrebbe non essere raggiunto. Inoltre, si prevede che la popolazione a rischio di fame aumenterà dell’8% entro il 2050. In Italia nei primi mesi del 2025, i dati raccolti dal Waste Watcher Italia hanno evidenziato un FIES (Food Insecurity Experience Scale) moderato e severo del 13,95%: è un indice di insicurezza alimentare che misura il livello di accesso delle persone al cibo adeguato e nutriente.“Cambiamenti climatici, disuguaglianze sociali, degrado ambientale sono solo alcune delle complesse sfide che stiamo affrontando e che necessitano di politiche globali, mirate e coordinate, per garantire un futuro migliore e più sostenibile. Dobbiamo unire competenze scientifiche, responsabilità sociale e impegno educativo ed investire sulle nuove generazioni per garantire un futuro basato su scelte alimentari più consapevoli, sostenibili e salutari”, ha dichiarato la professoressa Anna Tagliabue, presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). “Significa camminare insieme, mano nella mano appunto, — istituzioni, cittadini, scuole, professionisti della salute e del settore agroalimentare — per costruire e diffondere un modello nutrizionale che rispetti l’ambiente, valorizzi la cultura alimentare e promuova il benessere collettivo”L'articolo Sprechi alimentari: la sfida è recuperare 1,3 miliardi di tonnellate di cibo persi ogni anno proviene da Il Fatto Quotidiano.